«Nel Sacramento del Battesimo, l’uomo riceve l’immagine e la somiglianza di Dio», ha affermato il Vescovo Dionisio Lachovicz nella Basilica di Santa Sofia per la festa dell’Epifania del Signore

7 gennaio 2025

Lunedì 6 gennaio 2025, durante la festa dell’Epifania di Nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, presso la Basilica di Santa Sofia a Roma si sono svolte le celebrazioni solenni presiedute dal Vescovo Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico in Italia.

«Nel Sacramento del Battesimo, l’uomo riceve l’immagine e la somiglianza di Dio», ha affermato il Vescovo Dionisio Lachovicz nella Basilica di Santa Sofia per la festa dell’Epifania del Signore

A concelebrare con l’Esarca vi erano il Rev. P. Dmytro Kudin, vice-rettore della basilica, il Rev. P. Luis Caciano, OSBM, rettore del Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat e il Rev. P. Ihor Hinda. Alla solenne Divina Liturgia di San Basilio Magno ha partecipato anche l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dell’Ucraina presso la Santa Sede, il Signor Andrij Yurash, insieme alla moglie Diana. Durante l’omelia, il Vescovo Dionisio si è rivolto ai fedeli con un sermone, riflettendo sul significato del Battesimo di Cristo, in cui Dio si è manifestato nella Santissima Trinità. Il predicatore ha inoltre approfondito le tentazioni a cui il maligno sottopose Cristo nel deserto.


«Dio si manifesta sulla terra. Cristo scende nel Giordano, si apre il cielo, da dove si sente la voce: «Questo è il mio Figlio prediletto» e appare lo Spirito Santo. Successivamente, lo Spirito Santo conduce Cristo nel deserto, dove Egli digiuna per 40 giorni e 40 notti. Al termine, il diavolo si avvicina a Cristo e, tentandoLo, Gli chiede di trasformare una pietra in pane. Ma Gesù non ha mai compiuto un miracolo per Sé stesso. Quando la folla che Lo seguiva era affamata, Egli benedisse e moltiplicò il pane non per Sé, ma per gli altri. Poi il diavolo conduce Gesù su un’alta montagna per tentarlo con il potere, ma Cristo non cede. Infine, il maligno Gli chiede di gettarsi dalla montagna, poiché gli angeli Lo avrebbero salvato. Ma Gesù non è venuto per cercare gloria e riconoscimenti. Anche oggi il diavolo ci tenta con le stesse tentazioni.»

Il Vescovo Dionisio ha spiegato ai fedeli il significato dell’acqua nel Sacramento del Battesimo e la sua simbologia nella vita spirituale:«Il nostro corpo è composto per il 70–80 % di acqua. Così come noi, ogni vivente necessita di acqua. Essa ci dona la vita, ma può anche sommergerci. Nel battesimo, l’acqua deve sommergere il vecchio uomo egoista, che cerca solo il proprio pane, la gloria e il piacere, affinché emerga dalle acque un uomo nuovo, che serve e riconosce i bisogni degli altri.»

Il Vescovo ha sottolineato l’importanza della rinuncia al diavolo durante il Sacramento del Battesimo, quando il sacerdote chiede per tre volte di rinunciare a tutte le opere malvagie del maligno. «Il diavolo domina l’uomo, creando l’inferno sulla terra. I soldati che tornano a casa raccontano di essere stati nell’inferno, poiché l’inferno è qui, dove il maligno opera. Oggi egli è potente, con milioni di legioni di demoni, brandendo armi nucleari e minacciando di distruggere tutto. È una bestia apocalittica che può annientare tutto per costruire il proprio impero. Cristo, invece, ci propone un nuovo stile di vita basato sul servizio e sull’attenzione ai bisogni degli altri. Perciò, durante il battesimo, ungiamo con l’olio gli occhi affinché vedano l’altro; le orecchie per ascoltare le richieste; le mani per benedire; i piedi per camminare; il petto per amare; le spalle per portare i pesi degli uni e degli altri. Nel battesimo, l’uomo rinnova l’immagine e la somiglianza di Dio.»

Il Vescovo si è soffermato sull’unione con Cristo che il Sacramento del Battesimo ci dona, ponendo particolare enfasi sulle prove della guerra, che ci chiamano a una nobile missione di difesa della nostra terra e del nostro popolo: «Nel battesimo rinasciamo e ci uniamo a Cristo, il che significa unirsi a Lui come persona. Gesù ci battezza con lo Spirito Santo e con il fuoco. E anche nel fuoco della guerra, non dobbiamo odiare, ma combattere per difendere i nostri fratelli, sorelle e la nostra patria. Questo è il nostro dovere. La guerra che stiamo vivendo è una guerra di liberazione. Stiamo liberando il nostro popolo dagli invasori. Gesù ci insegna a pregare per la liberazione. Il battesimo con lo Spirito e il fuoco significa accettare la volontà di Dio, anche quando è difficile. La vita cristiana ci obbliga a essere cristiani anche in tempo di guerra. Dobbiamo liberarci dal diavolo dell’odio e della vendetta, lasciando che nel cuore regnino l’amore per il prossimo, per il popolo e per Dio. E i soldati che muoiono in battaglia non sono solo eroi, ma santi, poiché donano la propria vita per gli amici, la famiglia e la patria». Dopo la Divina Liturgia, Rev. P. Marco-Yaroslav Semehen, presidente della società religiosa «Santa Sofia», ha rivolto ai presenti gli auguri per la festa dell’Epifania del Signore: «Auguro a tutti noi che attraverso quest’acqua benedetta possiamo aprire i nostri cuori alla grazia dello Spirito Santo. Collaborando con Lui, riceviamo veramente la filiazione come figli amati di Dio.»

Il sacerdote ha ringraziato il Vescovo Dionisio per l’omelia, il servizio e la benedizione pastorale, augurandogli abbondanti benedizioni divine, salute e forze spirituali. Ha inoltre rivolto un ringraziamento particolare agli ospiti d’onore, ai sacerdoti invitati e ai fedeli presenti. Infine, sul piazzale, i sacerdoti guidati dal Vescovo hanno celebrato il Rito della Grande Benedizione dell’Acqua, benedicendo tutti i presenti.

Ufficio Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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