A Milano è stato celebrato il 23 ° anniversario della comunità ucraina e la festa patronale

13 novembre 2024

Domenica 10 novembre 2024, la comunità ucraina di San Giosafat a Milano ha festeggiato la sua festa patronale e il 23 ° anniversario della sua fondazione.

A Milano è stato celebrato il 23 ° anniversario della comunità ucraina e la festa patronale

La solenne Divina Liturgia nella chiesa dei Santi Giacomo e Giovanni è stata presieduta da Sua Eccellenza Mons. Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico, con la partecipazione di Rev. P. Ihor Krupa, cappellano della comunità, Rev. P. Oleksandr Tovt da Pavia e Rev. P. Taras Ostafiiv da Monza. Per le confessioni dei fedeli hanno servito Rev. P. Josyp Mykytyn OSBM e Rev. P. Karol Semkovycz OSBM, provenienti da Roma.

Nel suo saluto ai fedeli, Mons. Dionisio ha citato le parole della poetessa ucraina Lesja Ukrainka: «Contra spem spero» — «Spero contro ogni speranza». Queste parole sono particolarmente significative per gli ucraini che, anche nei momenti più bui, continuano a pregare e a sperare nella liberazione dalle forze del male. «Che la nostra preghiera sia sempre accompagnata dalla fede, dalla speranza e dall’amore!» ha esclamato il Vescovo.

Durante l’omelia, Mons. Dionisio ha riflettuto sull’importanza della figura di San Giosafat nella vita dei cristiani di oggi. «Quando il giovane Ivan Kunzevych pregava con sua madre davanti al crocifisso nella chiesa di Volodymyr-Volynskyj, nel suo cuore si accese la scintilla dell’amore di Dio. Fu allora che avvenne la chiamata divina di Ivan! Questa fiamma che iniziò nel cuore del ragazzo lo accompagnò per tutta la vita» ha sottolineato l’Esarca.

La fiamma dell’amore di Dio spinse San Giosafat a dedicarsi con grande impegno alla riforma della vita monastica, incarnando il motto «Inizia da te stesso». «Il monastero era trascurato e quasi vuoto, ma Giosafat iniziò la riforma con la propria vita, non criticando i confratelli più anziani, ma vivendo in una cella in penitenza e studio delle Sacre Scritture e dei testi liturgici» ha aggiunto Mons. Dionisio.

Secondo le sue parole, la totale consacrazione di Giosafat culminò nel suo martirio, quando diede la vita «perché tutti siano una cosa sola». «La via dell’unità è alimentata dalla fiamma dell’amore e dalla preghiera, che ci insegna a pensare come Dio, portando alla conoscenza, alla santità e all’impegno per il servizio e la missione» ha proseguito l’Esarca.

Mons. Dionisio ha poi ricordato le parole di Papa Francesco, secondo cui il martire è il testimone della speranza. «San Giosafat è anche martire per l’unità della Chiesa di Cristo, poiché con il suo sangue ha sigillato l’unità della Chiesa di Kyiv con il successore dell’apostolo Pietro, segno visibile e saldo di questa unità».

Per concludere, Mons. Dionisio ha citato lo scrittore francese Charles Péguy: «Fede, Speranza e Carità sono tre sorelle, due adulte e una bambina. Vanno mano nella mano, la piccola Speranza al centro. Tutti pensano che siano le due grandi a condurre la piccola, ma si sbagliano: è Speranza che le trascina tutte. Senza Speranza tutto si ferma». «Senza speranza, si fermano anche la fede e l’amore» ha osservato il Vescovo, ricordando l’opera poetica di Lesja Ukrainka: «Anche senza speranza noi speriamo. Semineremo fiori colorati nel gelo e continueremo a vivere!».

Dopo la Divina Liturgia si è svolta la benedizione dell’acqua e l’unzione con l’olio benedetto, mentre la festa è proseguita con un pranzo comunitario aperto a tutti i presenti.

Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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