Alla riunione formativa dei presbiteri dell’Esarcato Apostolico è stato presentato il movimento laicale «Azione Cattolica»
22 giugno 2024
Il 21 giugno si è svolta un’altra riunione formativa dei presbiteri dell’Esarcato Apostolico per gli ucraini cattolici di rito bizantino in Italia. Questa volta, l’ospite d’onore è stato il dottor Luca Diotallevi, che ha presentato il movimento laicale «Azione Cattolica».
Aggiungiamo che Luca Diotallevi, nato a Terni nel 1959, è professore di sociologia all’Università di Roma. Ha conseguito la laurea in filosofia all’Università di Roma «La Sapienza» e il dottorato in sociologia all’Università di Parma. Il professor Diotallevi ha inoltre effettuato tirocini accademici presso le università di Bielefeld, Oxford, Harvard e Cambridge. È stato senior fellow al Centro di studi delle religioni del mondo presso la Harvard Divinity School. Nel 2021 ha conseguito la laurea in teologia presso l’Istituto Teologico di Assisi, sezione dell’Università Pontificia Lateranense. Il professor Diotallevi è membro dell’Associazione Italiana di Sociologia e del comitato scientifico della sezione di sociologia della religione.
Il professor Diotallevi ha collaborato con numerose istituzioni e imprese, tra cui Cnel, IRRES, la provincia di Terni e Censis. Ha scritto e continua a scrivere per giornali come «Corriere della Sera», «Sole 24 Ore» e «Il Foglio». Attualmente è commentatore per «Il Messaggero». Dal 2018 al 2021 è stato coordinatore del programma di dottorato in «Teorie e ricerche nel campo dell’educazione e delle scienze sociali» presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma TRE.
Durante l’incontro, il dottor Diotallevi ha parlato della breve storia dell’ «Azione Cattolica», fondata nel 1867. Questo movimento laicale affonda le sue radici nel XIX secolo. Ha avuto inizio con un piccolo gruppo di italiani, ispirati dall’idea di combinare la fede con una partecipazione attiva nella società. Nel 1867, Mario Fani e Giovanni Acquaderni fondarono la «Società della Gioventù Cattolica Italiana», che in seguito divenne «Azione Cattolica». Il loro motto — «preghiera, azione, sacrificio» — sottolineava i principi fondamentali del movimento: dedizione alla fede, educazione e
carità.
Nei decenni successivi, «Azione Cattolica» si è espansa, includendo nuovi gruppi di popolazione e aree di attività. Entro il 1923, contava quattro sezioni ben definite: per uomini, giovani, studenti universitari e donne. Il regime fascista in Italia ha messo a rischio l’esistenza di «Azione Cattolica». La sua autonomia è stata limitata e, nel 1931, Mussolini ne ha vietato l’attività. Tuttavia, «Azione Cattolica» non è scomparsa, mantenendo il sostegno dei fedeli e continuando ad agire clandestinamente.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, «Azione Cattolica» ha ripreso la sua attività, giocando un ruolo significativo nella formazione della nuova costituzione italiana. Il numero dei membri è cresciuto fino a 3 milioni. Il Concilio Vaticano II negli anni ”60 ha segnato un punto di svolta per «Azione Cattolica». Il Concilio Vaticano II ha invitato a un rinnovamento e a una maggiore partecipazione dei laici alla vita della Chiesa. Il movimento ha risposto a questo appello, rinnovando la propria struttura e i metodi di lavoro.
Il nuovo millennio ha portato nuove sfide e opportunità per «Azione Cattolica». Il movimento continua a rinnovarsi, cercando nuovi modi per adempiere alla sua missione di evangelizzazione e servizio alla società. Oggi «Azione Cattolica» celebra i 150 anni dalla sua fondazione. Durante questo periodo, è passata da un piccolo gruppo di entusiasti a un potente movimento laicale che continua a svolgere un ruolo importante nella vita della Chiesa e della società.
Il dottor Diotallevi ha sottolineato che «Azione Cattolica» è aperta alla collaborazione con gli ucraini, affermando che insieme all’Ucraina diventeranno ancora più forti. Ha sostenuto i sacerdoti ucraini, dichiarando: «Non siete sulla vostra terra, la vostra patria soffre, ma questo non deve essere un motivo per seppellire i vostri talenti».
Il professore ha anche delineato la futura collaborazione e il miglioramento dell’integrazione degli ucraini in Italia dal punto di vista sociologico. Secondo lui, non bisogna isolarsi né reagire alle provocazioni, non utilizzare la Liturgia come simbolo di identità e tradizione. «Dobbiamo comprendere più profondamente la nostra fede. Gustiamo le cose buone nella nostra fede! La formazione è la cosa migliore per la comunità, dobbiamo formarci insieme ai nostri giovani», ha aggiunto.
Il dottor Diotallevi ha anche affermato che «Azione Cattolica» non è una struttura rigida, si adatta e cerca di comprendere diverse mentalità.
Report di: P. Sviatoslav Tytulyak