I rappresentanti del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede si sono riuniti in preghiera per l’Ucraina
28 febbraio 2024
Domenica 25 febbraio, nella Basilica di Santa Sofia a Roma, si è svolta una preghiera per l’Ucraina e per onorare la memoria di tutti coloro che sono morti durante l’aggressione russa: militari, civili e bambini. All’evento hanno partecipato anche rappresentanti del corpo diplomatico di vari paesi presso la Santa Sede.
Per esprimere solidarietà al popolo ucraino e commemorare in preghiera gli ucraini deceduti, sono giunti alla basilica funzionari e ambasciatori presso la Santa Sede dei vari paesi: Ucraina, Portogallo, Romania, Croazia, l’Ambasciatore della Delegazione dell’Unione Europea presso la Santa Sede, Cipro, Repubblica Slovacca, Serbia, Slovenia, Stati Uniti d’America, Lituania, Ungheria, Regno Unito, Macedonia del Nord, Cina (Taiwan), Polonia.
La Divina Liturgia è stata presieduta dal rettore della basilica, Rev. P. Marko-Yaroslav Semegen, che durante l’omelia ha pronunciato parole di sostegno in occasione della tragica data del secondo anniversario dell’orribile aggressione contro il nostro popolo e della complessa situazione umanitaria nei territori occupati.
"Un'intera generazione di ucraini è distrutta sulla linea del fronte. Coloro che avrebbero dovuto costruire il nostro futuro giacciono ora nelle tombe. Che il loro sangue e il loro sacrificio siano testimonianza davanti a Dio. Come allora, in un passo del Vangelo, così oggi milioni di persone portano il fardello della guerra e ci aiutano a guarire dalle sue ferite. Dobbiamo capire bene cosa sia il vero peccato e quanto esso distrugga l'uomo e tutto il bene che Dio ha creato", ha sottolineato Padre Marko-Yaroslav.
Il celebrante ha esortato le persone ad essere coraggiose e a rendersi conto che stiamo vivendo il Cammino della Croce, sentendo il peso della pesante croce su di noi. Ha concluso dicendo: ”Saliamo sul Golgota. Non dobbiamo cedere al veleno di odio che si riversa sui nostri sentimenti, non dobbiamo cedere. Per gli apostoli il Golgota fu un momento di bancarotta, perché colui che faceva miracoli fu improvvisamente crocifisso. Ma dopo il Golgota c'è la Resurrezione. Nei nostri sentimenti dobbiamo ricordare che, nonostante la mancanza di logica, di previsione, c'è una logica divina diversa da quella umana. Là dove non c'è speranza, c'è Dio".
Successivamente, i fedeli e gli ospiti invitati hanno partecipato ad un requiem. Con questa preghiera commemorativa, i fedeli hanno voluto rendere omaggio e ringraziare tutti coloro che hanno sacrificato le loro vite per la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina in guerra.
Al termine delle preghiere condivise in chiesa, sono stati mostrati frammenti tragici della guerra in Ucraina, rappresentati dagli allievi della scuola cattolica presso la basilica di Santa Sofia. Tutti i presenti hanno ascoltato le storie di vita dei bambini ucraini provenienti da diverse città e villaggi dell’Ucraina.
Successivamente, i sacerdoti insieme agli ospiti e ai fedeli presenti nel cortile hanno acceso candele davanti alle foto dei bambini uccisi dai russi. La mostra è stata allestita attorno a un crocifisso con simboli della guerra, realizzato dallo scultore romano Capriotti, che con il suo lavoro esprime solidarietà al nostro popolo attraverso l’arte, fin dall’inizio dell’invasione.
Ufficio Stampa della società religiosa «Santa Sofia»