Il tema della preghiera e della formazione permanente nella vita del sacerdote è stato discusso durante l’incontro mensile di formazione
12 gennaio 2023
«Il sacerdote è uomo di preghiera, considerata la sua relazione con Dio e ciò proviene dall’essenza della sua vocazione e non da un obbligo formale».
Lo ha detto il Rev. Don Taras Barshchevskyi, noto biblista, rivolgendosi ai sacerdoti dell’Esarcato Apostolico, giovedì 12 gennaio, durante l’incontro mensile di formazione, che questa volta è stato dedicato al tema della formazione permanente e della preghiera del sacerdote nello spirito del cammino sinodale.
All’inizio, dopo la preghiera, il Protosincello dell’Esarcato Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, ha presentato il relatore, sottolineando le sue conoscenze professionali e i suoi risultati scientifici nel campo della teologia biblica, il servizio per lungo tempo nel dipartimento di catechesi della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina e la vasta esperienza come professore.
Sul tema del cammino sinodale nel contesto del servizio sacerdotale, don Taras ha osservato che il cammino sinodale non è qualcosa di nuovo nella Chiesa e non cambia l’essenza del sacerdozio, ma «aiuta a rivelare la cosa principale: l’unità con Cristo e con i fratelli nel cammino comune di tutta la Chiesa verso la Patria celeste».
Il relatore ha esortato a cercare sempre questa unità nella Chiesa, seguendo l’esempio di Maria e Giuseppe, che trovarono Gesù dodicenne nel tempio. «Questo brano del Vangelo di Luca ci ricorda di cercare Gesù non nel ”gruppo”, come fecero all’inizio Maria e Giuseppe, pensando che fosse lì, ma nel tempio, dove, in particolare durante la Liturgia, Egli ci ascolta e ci risponde».
Inoltre, don Taras ha sottolineato l’importanza della preghiera per un sacerdote che, svolgendo il servizio di Cristo, deve sempre pregare come Lui, cercando costantemente l’unità con il Padre e ricordando il dovere di pregare per gli altri, i suoi parrocchiani o coloro che chiedono preghiere.
La preghiera, dunque, non può essere solo l’adempimento di un dovere formale, ma qualcosa che costituisce il cuore della missione del sacerdote, nella quale egli deve crescere quotidianamente. «Il ministero della parola e della preghiera dovrebbe essere al primo posto, prioritario, anche più importante di altri tipi di attività. La preghiera, come uno sport, richiede resistenza e costanza. Questo è qualcosa che si può imparare pregando con la Parola di Dio attraverso la Lectio Divina», ha concluso il sacerdote.
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico