Il Vescovo di Mantova ai pellegrini ucraini: «Bisogna credere che il sangue dei vostri difensori caduti, unendosi al Sangue del Figlio di Dio sul Golgota, porterà la resurrezione all’Ucraina»
18 marzo 2025
Domenica 16 marzo 2025, la comunità ucraina di San Giosafat a Mantova ha compiuto un pellegrinaggio alla Basilica di Sant’Andrea, tempio giubilare della diocesi locale. Nella cripta del santuario, dove è custodita una delle reliquie più preziose della cristianità — il Sangue Santissimo di Gesù Cristo, si è celebrata la Divina Liturgia, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Gianmarco Busca, Vescovo di Mantova.
Nella cripta di questa basilica è custodita una reliquia unica, che attira pellegrini e viaggiatori da tutto il mondo e che può essere vista solo una volta all’anno, durante la Quaresima. Il resto del tempo, essa rimane sotto stretta protezione.
In quel momento, i turisti curiosi si trasformano in pellegrini, uniti nella preghiera in molte lingue del mondo. Questa reliquia è il Sangue Santissimo di Gesù Cristo, raccolto nel I secolo d. C. e conservato in due sacre anfore.
Domenica 16 marzo, nella cripta della basilica si è pregato in lingua ucraina. Per la comunità ucraina di Mantova, è stato un evento storico, poiché celebrare la Divina Liturgia accanto alle anfore contenenti la terra intrisa del Sangue di Cristo versato sul Golgota è un vero miracolo. I fedeli hanno espresso la loro profonda gratitudine al loro giovane cappellano, Padre Ivan Vintoniak, per il suo impegno e il grande sforzo fatto affinché questa celebrazione potesse avvenire secondo il rito bizantino-orientale.
La celebrazione della Divina Liturgia è stata presieduta da Mons. Gianmarco Busca, Vescovo della Diocesi di Mantova, concelebrata con Padre Samuele Bignotti, responsabile per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso nella diocesi di Mantova. Nell’omelia, il Vescovo ha raccontato la storia di San Longino il Centurione, il soldato romano che trafisse il costato di Cristo con una lancia mentre era sulla Croce. «È stato un colpo di misericordia», ha spiegato Mons. Gianmarco, «perché non poteva più sopportare le sofferenze di Cristo».
Il Sangue di Gesù schizzò negli occhi del centurione, che soffriva di cataratta e improvvisamente il soldato si rese conto della verità più grande della sua vita: colui che aveva trafitto era veramente il Figlio di Dio. Longino raccolse la terra impregnata del Sangue di Cristo in due recipienti, e li portò con sé fino a Mantova, dove li nascose per proteggerli dai pagani.
«Solo otto secoli dopo, la Sacra Reliquia venne ritrovata e, nel XV-XVI secolo, fu costruita la Basilica di Sant’Andrea nel luogo del suo ritrovamento», ha spiegato il Vescovo. Alla fine della Divina Liturgia, Mons. Gianmarco Busca si è rivolto ai pellegrini ucraini con parole toccanti e piene di speranza:
«Il popolo ucraino soffre ferite dolorose. Ma il 2025 è l’Anno della Speranza. Dobbiamo credere e sperare che il sangue dei difensori caduti — i soldati — non sarà versato invano, ma, unendosi al Sangue del Figlio di Dio versato sul Golgota, porterà la resurrezione all’Ucraina…»
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico