Il Vescovo Dionisio ha aperto l’Anno Giubilare nella Cattedrale dell’Esarcato Apostolico

30 dicembre 2024

Il 29 dicembre 2024, Sua Ecc. Rev.ma Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico per i cattolici ucraini di rito bizantino in Italia, ha celebrato il Rito di apertura dell’Anno Giubilare 2025 nella Cattedrale dell’Esarcato Apostolico. Questo Anno Giubilare è stato proclamato da Papa Francesco come l’Anno della Speranza.

Il Vescovo Dionisio ha aperto l’Anno Giubilare nella Cattedrale dell’Esarcato Apostolico

Apertura delle porte giubilari

Durante il rito, il Vescovo Dionisio ha benedetto le porte della Cattedrale con una croce e le ha aperte solennemente, entrando insieme al clero e ai fedeli. Successivamente, ha recitato una preghiera speciale per la benedizione dell’Anno Giubilare. Il Rev. P. Lubomyr Kostiuk, parroco della Cattedrale, ha letto un estratto della bolla papale «Spes non confundit» («La speranza non delude»), alla presenza anche il viceparroco, Rev. P. Sviatoslav Makar.

L’omelia: speranza e rinnovamento spirituale

Nella sua omelia, il Vescovo ha spiegato l’origine della tradizione dell’Anno Giubilare e le modalità con cui sarà celebrato nell’Esarcato. Ha annunciato che due chiese — la Cattedrale della Madonna di Zhyrovyci e dei Ss. Sergio e Bacco a Roma (Piazza della Madonna dei Monti, 3) e la Chiesa di San Michele Arcangelo a Bologna (Via de’ Leprosetti, 2) — saranno i centri della vita spirituale durante l’Anno Giubilare.
Questi templi offriranno la possibilità di confessarsi quotidianamente con orari dedicati, ma anche al di fuori di essi. Il Vescovo ha sottolineato: «Questo anno è un tempo di grazia, per rinnovare la vita e la speranza». Ha inoltre richiamato l’importanza della speranza come forza spirituale che ci sostiene nei momenti difficili, citando l’apostolo Paolo e il suo insegnamento sulla grazia divina: «La speranza, radicata nella fede, non delude mai perché è fonte di vita, resilienza e rinnovamento».

Pellegrini della speranza

Il Vescovo ha invitato i fedeli a essere «pellegrini della speranza», portando fiducia e amore di Dio al mondo. Ha spiegato che, anche nelle avversità, la speranza è un pilastro indistruttibile che ci permette di rialzarci e di guardare al futuro con fiducia. «La speranza ci sostiene e ci risolleva, anche quando tutto sembra perduto». Ha ricordato inoltre l’importanza del tempio come luogo di rinnovamento spirituale, dove ognuno può sperimentare la vicinanza e la grazia di Dio.

Responsabilità e scelta spirituale

Il Vescovo ha sottolineato che la misericordia di Dio è offerta a tutti, ma richiede una risposta personale. «Le porte del nostro cuore possono essere aperte solo dall’interno», ha detto, spiegando che accogliere l’amore di Dio ci riempie di pace, mentre respingerlo lascia spazio al male. Infine, ha esortato i fedeli a scegliere Cristo e a unirsi a Lui per trovare la vera forza e speranza, dichiarando: «Niente e nessuno può separarci dall’amore di Dio: né la morte, né le persecuzioni, né le difficoltà».

Un anno di grazia e benedizione

Durante la Liturgia, i fedeli hanno rinnovato le promesse battesimali prima del Simbolo della fede. Alla fine, la Cattedrale ha risuonato la preghiera per l’Ucraina.

Ufficio Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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