Il Vescovo Dionisio ha benedetto la copia dell’Icona della Madonna di Zhyrovyci nella Cattedrale

17 marzo 2025

Il 16 marzo 2025, nella Cattedrale della Madre di Dio di Zhyrovyci e dei Santi Martiri Sergio e Bacco dell’Esarcato Apostolico in Italia, si è svolto un evento solenne e significativo per tutti i fedeli: la benedizione della copia dell’Icona della Madre di Dio di Zhyrovyci.

Il Vescovo Dionisio ha benedetto la copia dell’Icona della Madonna di Zhyrovyci nella Cattedrale

Da questo momento, l’icona sarà esposta per la venerazione, offrendo ai fedeli l’opportunità di rivolgere le loro preghiere alla Madre di Dio, affidando a Lei le loro intenzioni e implorando la Sua intercessione nel tempo di guerra.

Nella seconda Domenica di Quaresima, si è celebrata una solenne Divina Liturgia, presieduta dal Vescovo emerito dell’Esarcato Apostolico, Mons. Dionisio Lachovicz. Prima dell’inizio della Liturgia, il Vescovo Dionisio ha benedetto le vesti liturgiche dei ministranti, sottolineando il loro servizio davanti all’altare nella tradizione orientale.

Nel suo sermone il Vescovo ha richiamato il brano evangelico della guarigione del paralitico a Cafarnao, evidenziando la consapevolezza della nostra figliolanza divina:

«Gesù non chiama quell’uomo «servo’ o «peccatore’, ma lo chiama ”Figlio’. Questo dimostra che siamo figli e figlie di Dio, non abbandonati o rifiutati. Non siamo inutili. Siamo creati a immagine e somiglianza di Dio e, quindi, possediamo una grande dignità”. Riferendosi alla Sacra Scrittura, il Vescovo ha ricordato che Dio ci ha creati ”poco meno degli angeli” e questo è un richiamo alla consapevolezza della nostra vocazione a vivere come figli di Dio.

«Noi siamo figli di Dio, non estranei», ha sottolineato il vescovo. Ha poi richiamato un altro passaggio significativo del Vangelo: «Ti dico, alzati» (in greco: ἐγείρω — egeiró), che non significa solo alzarsi fisicamente, ma anche risorgere, svegliarsi a una nuova vita. «È un invito a non rimanere passivi, ma a rinnovarsi spiritualmente, a uscire dall’immobilità e ad intraprendere un nuovo cammino. Non restare sdraiato — alzati. Risorgi. Questo è lo stesso verbo con cui Cristo ha risuscitato i morti. E questa parola — ”alzati’ — è rivolta anche a noi”.

Il predicatore ha sottolineato come ogni peccato paralizzi l’uomo, proprio come avvenne con il paralitico del Vangelo: «Quel paralitico non poteva nemmeno parlare, furono gli altri uomini a portarlo da Gesù. E fu proprio grazie alla loro fede che Cristo gli ha perdonato i peccati. Egli non aveva la forza di trovare la fede da solo, ma la trovò attraverso coloro che lo accompagnavano».

Un nuovo capitolo del ministero episcopale

Alla fine del suo discorso, il Vescovo Dionisio ha rivolto un appello alla comunità, chiedendo di accogliere con cuore aperto il Vescovo Hryhoriy Komar, Amministratore Apostolico dell’Esarcato, affinché possa sentirsi sostenuto e accompagnato nel suo nuovo incarico: «Vi chiedo di accogliere il Vescovo Hryhoriy con un cuore aperto, affinché si senta sicuro tra voi. L’aspetto più importante è che riceva lo stesso sostegno che io stesso ho avuto. Per questo motivo, ora gli trasmettiamo tutto».

Ha poi parlato del nuovo capitolo della sua vita:

«Ora entro in una nuova fase. Il mio motto è sempre stato: ”Io sono in mezzo a voi come colui che serve”. Ma ora è arrivato il momento in cui devo cambiare questo motto. Ora non solo posso servire, ma devo anche imparare ad accettare il servizio degli altri. Tuttavia, questo non significa ritiro o assenza, perché ho il dovere di pregare per voi. E finché avrò le forze, continuerò ad aiutare con la parola, con gli esercizi spirituali, con il lavoro missionario».

Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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