Il Vescovo Dionisio ha compiuto una visita pastorale nelle comunità ucraine a Perugia e Spoleto

5 febbraio 2024

In questi giorni, ad Assisi, nella regione dell’Umbria, si sono tenuti corsi formativi per catechisti dell’Esarcato Apostolico per i fedeli ucraini cattolici di rito bizantino in Italia, ai quali ha dato la sua benedizione il Vescovo Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico.

Il Vescovo Dionisio ha compiuto una visita pastorale nelle comunità ucraine a Perugia e Spoleto

Mentre era in Umbria, il Vescovo ha effettuato una visita pastorale alle comunità ucraine di questa regione: sabato 3 febbraio ha visitato Perugia e domenica 4 febbraio Spoleto, dove svolge il servizio pastorale il Protopresbitero del Distretto pastorale di Roma Rev. P. Vasyl Hushuvatyy. Nelle comunità ecclesiali si sono celebrate le Divine Liturgie, presiedute dal Vescovo Dionisio, con la concelebrazione di P. Vasyl.

Durante le celebrazioni liturgiche, il Vescovo ha tenuto l’omelia, riflettendo sulla festa della Presentazione del Signore: «Il neonato Gesù Cristo incontra Simeone e la profetessa Anna. La vita cristiana è fatta di incontri costanti, incontri con Dio nella preghiera e incontri con i nostri vicini nella vita quotidiana. Innanzitutto, la preghiera è un incontro con Dio. Come i profeti, Gesù Cristo, la Madre di Dio e tutti i santi, ci presentiamo a Dio e diciamo: ”Eccomi qui!”; ”Eccomi qui! Parla, Signore, il tuo servo ascolta!” (1 Samuele 3,9). ”Io cerco il tuo volto, Signore” (Salmo 27,8). E rispondiamo alla Parola di Dio, dicendo: ”Sì!”: Sia santificato il tuo nome… Venga il tuo regno… Sia fatta la tua volontà…

Ascoltando Dio e sentendo la Sua presenza, possiamo chiedere il «pane quotidiano», il perdono dei nostri peccati, affinché non cadiamo in tentazione, per essere liberati dal maligno, per glorificarlo e ringraziarlo per tutti i doni, per unirci a Gesù nelle sofferenze e nelle prove della vita. In effetti, incontrare Dio significa «togliersi le scarpe», tutto ciò che ci avvolge, non nascondere nulla di fronte a Dio, dare la possibilità al Signore di illuminare il cuore con la sua luce e bruciare tutto ciò che inquina la vita. E bruciando lo sporco nel cuore, lo riempire di amore», ha sottolineato il Vescovo.


Il celebrante ha anche sottolineato che un incontro profondo con il Signore deve necessariamente spingerci a incontrare i nostri vicini nei loro bisogni: «l’incontro con Dio porta all’incontro con i nostri vicini. E la vera preghiera ci porterà sempre verso il prossimo, per rispondere ai suoi bisogni. L’amore di Dio che riempie il nostro cuore non può renderci indifferenti di fronte ai volti di coloro che incontriamo, l’amore esige una risposta: nutrire l’affamato, consolare il triste e mille altre risposte. Non trascurare nessuno, non disprezzare nessuno, rallegrarsi con coloro che sono felici e piangere con coloro che piangono».

Secondo il Vescovo, la fede in Gesù Cristo e nel suo Vangelo è una guida per la nostra vita, un’esperienza che dobbiamo condividere con gli altri. «Gesù disse: ”Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12). La fede in Gesù Cristo e nel suo Vangelo è un punto di riferimento per la nostra vita che ci porta alla vita eterna, perché Egli è la via, la verità e la vita. Dio è luce per noi, affinché non camminiamo nelle tenebre, e noi, a nostra volta, siamo invitati da Gesù a essere luce per il mondo, a dare testimonianza della fede e della vita cristiana ai nostri vicini: ”Voi siete la luce del mondo… Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5,14–15).

Il nostro compito è essere testimoni della luce. Non siamo la fonte della luce, ma riceviamo la luce da Gesù per illuminare il cammino degli altri con il nostro esempio di vita», ha spiegato il Vescovo. Anche il simbolismo della candela della Presentazione richiama la nostra vocazione cristiana. «Nella festa della Presentazione accendiamo le candele… La candela è prima di tutto un simbolo della luce che scaccia le tenebre. La luce che è venuta nel mondo è Gesù Cristo stesso, quindi la candela benedetta ci ricorda Gesù Cristo e la nostra chiamata ad essere luce per il mondo, testimoni di vita di fede, speranza, amore…».

Alla fine è stato celebrato il rito di benedizione delle candele, dopo il quale il Vescovo Dionisio ha impartito la sua benedizione episcopale ai fedeli. Alla fine ha ringraziato P. Vasyl per il servizio in queste comunità e ha augurato ad esse ulteriore sviluppo. A sua volta, il sacerdote, a nome di tutti i fedeli, ha ringraziato l’Esarca Apostolico per la visita alle comunità, per la parola profonda e per il sostegno costante e la cura spirituale nella loro vita quotidiana.

Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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