In attesa della pace ogni sabato partono da Perugia per l’Ucraina beni di prima necessità

12 giugno 2025

«È arrivato il momento di far tacere le armi e di usare il dialogo per fermare questa aggressione». Una richiesta forte di pace parte da don Vasyl Hushuvatyy, parroco a Perugia della parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino.

In attesa della pace ogni sabato partono da Perugia per l’Ucraina beni di prima necessità

Una comunità viva, forte, unita e solidale. Sono circa 150 fedeli che partecipano con frequenza alle attività parrocchiali. È attiva anche una scuola frequentata settimanalmente da 25 bambini dove vengono insegnati il catechismo, la lingua ucraina e le principali tradizioni popolari. Tra loro, sono 10 quelli che insieme ai familiari allo scoppio della guerra sono fuggiti dell’Ucraina per trovare rifugio nel capoluogo umbro.

»Fino ad oggi — dice il sacerdote — non si è trovata una persona giusta per dire all’aggressore di fermarsi. Stanno uccidendo bambini e famiglie. Da entrambe le parti si parla di pace, ma da una si uccide, si distruggono ospedali e scuole». La solidarietà verso il loro paese d’origine non si è mai fermata: «Ogni sabato — afferma don Vasyl — partono dei furgoni da Perugia con pacchi che contengono beni di prima necessità da inviare in Ucraina, nelle zone più colpite dal conflitto. Possiamo contare sul collegamento con la nostra Chiesa ucraina, ma soprattutto con cappellani che stanno in mezzo ai nostri militari. Come parrocchia abbiamo organizzato due eventi, uno durante le festività di Natale e l’altro in occasione della Pasqua, per raccogliere delle donazioni».

Un’ondata di vicinanza e di fratellanza che raggiunge il picco massimo nei primi giorni dell’attacco da parte della Russi: «Riuscimmo a inviare sette camion carichi di materiale, tra vestiti e cibo — ricorda il parroco. — Ci fu una grande mobilitazione di solidarietà, a dimostrazione della grande vicinanza della gente di Perugia nei confronti dell’Ucraina. Tutto questo è stato possibile grazie agli sforzi e all’impegno della nostra Arcidiocesi e della Caritas diocesana. Fin da quando sono arrivati i primissimi profughi le porte si sono spalancate per accogliere famiglie e bambini nella nostra comunità. Fondamentale è stata anche la collaborazione con le istituzioni locali, in primis con il Comune di Perugia e con la Prefettura».

Parroco Rev. Don Vasyl Hushuvatyy

Una pace che deve essere raggiunta il più presto possibile: «Bisogna incontrarci, c’è la necessità di parlare l’uno con l’altro — aggiunge il sacerdote. — Certo, la nostra presenza deve essere molto forte, perché questa guerra sta distruggendo il nostro popolo, l’Ucraina e tutte le città. Fino ad ora sono stati fatti pochi passi in avanti per la pace ed è arrivato il momento di farne di più grandi e forti. Abbiamo bisogno di azioni concrete che portino a far tacere una volta per tutte le armi e per fermare questo massacro».

Alessandro Minestrini,
«La Voce» di Perugia

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