«La nostra vita deve essere una fonte di luce e calore che riscalda i cuori di coloro che ci sono accanto»: il padre Protosincello nella festa della Presentazione al Tempio
3 febbraio 2025
Il 2 febbraio 2025, nella festa della Presentazione al Tempio del Signore, si è celebrata nella Cattedrale della Madonna di Zhyrovyci e dei Santi Martiri Sergio e Bacco una solenne Divina Liturgia, presieduta dal Protosincello dell’Esarcato Apostolico, Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM. La celebrazione di questa solennità ha portato un profondo richiamo al significato spirituale di questo evento, come ha sottolineato P. Teodosio nella sua omelia.
In essa, il sacerdote ha evidenziato che «la Presentazione è un momento speciale di incontro che cambia la vita dell’uomo. Così come Simeone, che attendeva l’incontro con il Messia e trascorse tutta la sua vita nella preghiera e nella speranza, anche ciascuno di noi è chiamato a cercare l’incontro con Cristo».
Secondo le sue parole, nella nostra vita ci sono momenti preziosi in cui il Signore ci manda persone speciali che diventano per noi un sostegno, una guida nella fede. Possono essere familiari, amici, guide spirituali, coloro che nei momenti difficili ci aiutato a ritrovare la speranza, a riscoprire la fiducia negli altri, in Dio e nella vita stessa. Incontrare queste persone è un dono di Dio, perché sono segno della Sua presenza nella nostra vita.
Tuttavia, l’incontro più importante, che trasforma radicalmente l’uomo, è l’incontro con Dio stesso. Questo avviene ogni volta che apriamo il nostro cuore nella preghiera, quando ci accostiamo ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia, quando ci nutriamo della Parola di Dio. Nella Confessione, il Signore tocca il nostro cuore, purificandolo dalle fragilità, dai peccati e dalle debolezze. E nell’Eucaristia Egli viene a noi con il Suo Corpo e il Suo Sangue per guarirci, riempirci del Suo amore, darci la forza di andare avanti e illuminare la strada per gli altri.
Proseguendo la sua riflessione, P. Teodosio ha sottolineato un altro importante aspetto di questa festa: il simbolo della luce. Il sacerdote ha affermato che la vera fonte di luce, capace di illuminare il nostro cammino e che siamo chiamati ad accogliere, è Cristo, la «luce per illuminare le genti». Ma allo stesso tempo, ciascuno di noi è chiamato non solo a ricevere questa luce, ma anche a diventare luce per gli altri.
«La nostra vita deve essere una fonte di luce e calore che riscalda i cuori di coloro che ci sono accanto», ha sottolineato il predicatore.
Questo concetto si comprende perfettamente attraverso il simbolo della candela. «La candela dà luce solo quando brucia, quando si consuma nel fuoco. Così anche noi, cristiani, siamo chiamati a un amore sacrificale, a sostenere gli altri nonostante le difficoltà, a essere luce, anche se ciò significa ”consumarsi” nel servizio ai fratelli», ha detto in conclusione P. Teodosio.
Dopo la Liturgia, si è svolta la benedizione delle candele — simbolo della luce di Cristo che illumina il nostro cammino e ci aiuta a trovare la giusta via che conduce a Dio.
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico