L’Esarca Apostolico ha ordinato un nuovo sacerdote nella Chiesa Cattedrale
16 gennaio 2023
«In questa Divina Liturgia, dopo l’Anafora, si udrà di nuovo la preghiera: «La grazia divina, che sempre guarisce i malati e integra ciò che manca loro, ordina con riverenza il Diacono Stepan al Sacerdozio…» e diventerà sacerdote come Gesù Cristo.
Diventerà pastore del Popolo di Dio, pronto ad ogni sacrificio; diventerà profeta, perché ascolterà Dio per parlare in suo nome; diventerà un santificatore, perché concederà «il santo ai santi». Sarà un padre».
Queste parole sono state indirizzate dall’Esarca Apostolico S. E. Dionisio Lachovich ai presenti alla Divina Liturgia nella Chiesa Cattedrale dell’Esarcato, domenica 15 gennaio, durante la quale, ha ordinato un nuovo sacerdote, Stepan Tkhoryk.
Don Stepan appartiene al clero dell’arcidiocesi di Ternopil-Zboriv. Ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il Seminario teologico superiore di Ternopil, e li ha proseguiti presso la Pontificia Università Gregoriana, conseguendo la laurea in teologia biblica. Durante gli studi ha partecipato attivamente nelle attività catechistiche nell’Esarcato Apostolico come animatore di seminari di formazione e autore di video su argomenti biblici; ha svolto la pratica diaconale nella Chiesa Cattedrale.
Durante la Divina Liturgia, insieme al S. E. Dionisio hanno concelebrato: il Cancelliere e il parroco della Cattedrale, Rev. Don Petro Golinei, il Presidente del Consiglio per gli Affari Economici dell’Esarcato, Rev. Don Piero Giacosa, il Rettore del Pontificio Collegio di S. Giosafat, Rev. P. Luis Caciano, OSBM, il vicerettore, Rev. P. Bernard Pidhirnyi, OSBM, e il Rev. Don Yaroslav Chaikivskyi.
Commentando il brano evangelico della guarigione del cieco di Gerico, il Vescovo Dionisio ha richiamato l’attenzione sulla necessità di seguire Gesù nel cammino della fede, anche nonostante gli ostacoli che spesso si presentano su di esso.
«La strada verso la fede e la guarigione ha i suoi ostacoli. Quando il cieco gridò ”Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”, i discepoli e la folla che accompagnava Gesù lo rimproverarono perché tacesse. La folla ostacola la guarigione del cieco, ma non riesce a fermare la sua fede. I passanti, irritati dal grido del cieco, invece di avere pietà del pover’uomo, lo rimproverano e dicono di stare zitto. Perché dovrebbero disturbarsi sulla strada per Gerusalemme? A volte il desiderio di pace personale è di ostacolo alle buone iniziative. Spesso sentiamo: ”Perché dovrei preoccuparmi?!”
Tuttavia, per seguire Cristo, è necessario, prima di tutto, che gli occhi della nostra fede sappiano vedere in Lui il Dio che ci chiama a seguirlo.
«Il cieco del Vangelo di oggi aveva la visione spirituale, la fede in Cristo, e poiché aveva fede, vedeva fisicamente. In un momento in cui Gesù era percepito come un uomo di Nazaret, il cieco, invece, lo chiamava Figlio di Davide, cioè il Messia, e il Signore. Il cieco, ricuperata la vista, ”seguì subito Gesù, lodando Dio”. E non solo lui, ma anche ”tutto il popolo, vedendo ciò, diede lode a Dio”.
Rivolgendosi a don Stepan, il Vescovo ha sottolineato che il sacerdote è colui che per primo deve seguire il Signore e condurre gli altri a Lui. Secondo il Vescovo, in questo aiutano i quattro «pilastri della vicinanza» proposti da papa Francesco durante il simposio internazionale sulla teologia sacerdotale fondamentale, tenutosi in Vaticano dal 17 al 19 febbraio dello scorso anno. Si tratta della vicinanza con Dio, con il Vescovo, con i fratelli sacerdoti e con i fedeli.
«Caro don Stepan, come Vescovo pregherò per te, ”affinché tu sia degno di stare senza peccato davanti al santo altare di Dio, di predicare il suo Vangelo, tutto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli”. I sacerdoti e il popolo di Dio ti canteranno ”Axios” — Degno! Preghiamo perché sii degno per il resto della tua vita! Amen» ha augurato in conclusione l’Esarca Apostolico al nuovo Sacerdote.
Ci congratuliamo sinceramente con don Stepan per l’ordinazione sacerdotale e gli auguriamo tutte le grazie di Dio per il dignitoso, zelante e santo compimento del servizio che gli è stato affidato!