L’Esarcato Apostolico ha organizzato un pellegrinaggio per la pace a Sant’Antonio di Padova
5 novembre 2023
«Chiediamo al Signore di scacciare le legioni di demoni dalla nostra terra, affinché l’Ucraina possa guarire, liberarsi, riportare i suoi figli in casa, affermare la propria identità nella comunità delle nazioni e vivere in pace con tutti». Con queste parole l’Esarca Apostolico Sua Ecc. Dionisio Lachovicz si è rivolto ai partecipanti al pellegrinaggio a Sant’Antonio di Padova, avvenuto domenica 5 novembre.
Il tradizionale pellegrinaggio a Sant’Antonio ha riunito nella sua Basilica a Padova circa un migliaio di fedeli accorsi con i loro sacerdoti da diverse comunità ucraine presenti in Italia per chiedere la pace per l’Ucraina per intercessione del Santo. Il momento centrale del pellegrinaggio è stata la Divina Liturgia, presieduta dal Vescovo Dionisio in concelebrazione con i sacerdoti.
Nell’omelia, S. E. Dionisio ha riflettuto sulla grandezza della figura di sant’Antonio, il «grande francescano», sottolineando l’importanza del suo esempio per la vita spirituale dei cristiani moderni. Dopo aver ricordato ai presenti i principali avvenimenti della vita del Santo, l’Esarca Apostolico ha sottolineato la sua predicazione e il suo zelo missionario, per i quali egli è particolarmente noto.
«Illuminato dall’approvazione di san Francesco, Antonio viaggiò prima in Italia, poi in Francia, dedicandosi alla formazione teologica dei frati e ad una costante attività di predicazione. Parlò davanti ai poveri e ai ricchi, davanti alla gente e ai prelati, agendo come pacificatore nelle piazze e nei mercati, poiché le chiese non potevano accogliere tutti coloro che arrivavano, tale era la sua attrazione evangelica. Se la gente non voleva ascoltare i sermoni di Antonio, lui predicava ai pesci. La sua parola non sempre piacque ai nobili, in particolare la sua potente predica a Firenze sui banchieri e sugli usurai».
Per tutta la sua vita, Antonio intraprese una lotta costante contro il diavolo e i suoi inganni, denunciando i banchieri, gli usurai, gli sfruttatori dei poveri, nonché contro l’allora capo della guerra, il tiranno locale Ezzelino Romano, che Antonio chiamava crudelissimo, il quale sparse sangue innocente, conducendo guerre a Padova, a Vicenza e a Brescia.
In questo contesto, il Vescovo ha sottolineato la forza dell’intercessione del Santo nelle nostre circostanze di guerra, perché «anche noi siamo vittime di un tiranno ancora più grande, che è un ”drago pazzo apocalittico”, che è posseduto non da una legione di diavoli, ma da migliaia, bevendo il sangue di centinaia di migliaia di persone innocenti. Pertanto oggi siamo chiamati a chiedere la grande potenza di Dio per scacciare la legione di diavoli dalla nostra Patria».
«Sant’Antonio è il santo patrono di diversi paesi e di diversi popoli. Gli chiediamo di intercedere davanti a Dio per la nostra Patria, per il nostro popolo sofferente. Preghiamo che sia così! Amen», ha detto al termine l’Esarca Apostolico.
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato ApostolicoFoto: Yurii Hanchuk