Padre Augustyn Babiyak durante la conferenza a Roma: «I cimiteri oggi parlano con le voci degli innocenti».
8 marzo 2024
Il 7 marzo, presso la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe in Via Nomentana a Roma, si è svolta la seconda parte della conferenza dal titolo «Papa Giovanni Paolo II e i conflitti del novecento in Europa. Attualità del suo magistero».
L’evento scientifico mirava ad analizzare le sfide contemporanee dell’Europa alla luce degli insegnamenti del Santo Pontefice, che ha personalmente vissuto la forza distruttiva delle ideologie dei vari regimi totalitari durante il suo servizio come Sacerdote, Vescovo e Papa, sempre mettendo in guardia contro i pericoli che queste ideologie distruttive portavano per tutta l’umanità, e sottolineando la necessità del rispetto dei diritti umani e di tutti i popoli.
Sulle complesse sfaccettature della vita e dell’opera del Pontefice ha relazionato il Direttore del Centro di Documentazione e Studio del Pontificato di San Giovanni Paolo II a Roma, il Prof. Don Andrzej Dobrzynski, nel suo intervento «Giovanni Paolo II e le ideologie del male del novecento».
Il secondo relatore è stato il sacerdote dell’Esarcato Apostolico di Trento, illustre esperto di storia della Chiesa, Prof. P. Augustyn Babyak. Il suo intervento è stato dedicato al tema della carestia Holodomor del 1932–1933, intitolato «Genocidio dell’Holodomor e sentimento nazionale ucraino». Il sacerdote ha raccontato agli ascoltatori italiani del terribile crimine del sistema totalitario sovietico, che guidato da Stalin, ha pianificato e causato la carestia per piegare i contadini ucraini che si opponevano alla collettivizzazione forzata.
L’autore ha sottolineato che Mosca, allora come oggi, desidera distruggere la nazione ucraina e la sua indipendenza statale. Ha sottolineato che «l’ideologia totalitaria moscovita non è morta con il crollo dell’Unione Sovietica ed è stata riattivata dal Putin». «Stalin voleva che le vittime della carestia e degli altri suoi crimini tacessero per sempre nella terra, voleva togliere la voce al popolo ucraino, ma anche oggi i cimiteri parlano con le voci degli innocenti. Lo stesso desidera Putin, continuando i crimini del suo sanguinario predecessore, uccidendo gli ucraini oggi per privarli del loro diritto all’esistenza, alla libertà e al diritto di decidere e costruire il proprio futuro. Perciò, il nostro sacro dovere è parlare, studiare e raccontare al mondo sul genocidio degli ucraini, che hanno subito per secoli dalle mani sanguinarie dei criminali russi», ha sottolineato il relatore.
Padre Augustyn Babiyak