«Padre Pio, maestro di vita cristiana e modello per i sacerdoti»: Padre Protosincello durante il pellegrinaggio degli ucraini a San Giovanni Rotondo
12 marzo 2024
Domenica 10 marzo 2024 si è svolto il pellegrinaggio dei fedeli dell’Esarcato Apostolico a San Giovanni Rotondo. All’evento spirituale, che è diventato una tradizione annuale per gli ucraini delle regioni meridionali d’Italia, hanno partecipato oltre 500 fedeli dell’Esarcato, così come pellegrini provenienti dall’Eparchia di Parigi di San Volodymyr il Grande.
Insieme ai pastori del Distretto pastorale napoletano, si sono uniti in preghiera anche tre monaci del monastero basiliano di Kherson: padre Ignatiy Moskalyuk, OSBM, padre Pio Pavlyk, OSBM, e fr. Pio Franyshyn, OSBM.
All’inizio, i pellegrini hanno pregato privatamente presso le reliquie di Santo Padre Pio nella cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie, esposte in un’urna di vetro per la venerazione pubblica dal 2013. Successivamente, hanno partecipato alla Via Crucis, durante la quale hanno riflettuto sulle sofferenze dell’Ucraina mediante le passioni di nostro Signore Gesù Cristo.
Alla fine della preghiera della Via Crucis, il padre protosincello si è rivolto ai presenti, esortandoli, nelle attuali prove del nostro popolo, a prendere esempio da coloro che, seguendo Gesù lungo la via del Calvario, hanno fatto tutto il possibile per alleviare le sue sofferenze e mostrare compassione. «Meditando sulla Via Crucis del nostro Salvatore, tracciamo un parallelo con il cammino di lotta che il popolo ucraino sta percorrendo oggi. È doloroso vedere le atrocità compiute dall’aggressore russo ateo contro la popolazione civile innocente. Noi, ucraini della diaspora, siamo chiamati ad essere come Veroniche coraggiose, che asciugano il volto insanguinato dei nostri fratelli e delle nostre sorelle in Ucraina, e forti come Simone, che senza esitazione aiutano a portare la croce delle prove ai nostri connazionali. Non abbiamo il diritto di essere spettatori passivi della Via Crucis del nostro popolo e quindi non possiamo permetterci di essere esausti fisicamente o moralmente. Solo insieme, uniti nella preghiera, nel servizio sociale, nel sostegno attivo ai nostri difensori, possiamo raggiungere la desiderata vittoria del bene sul male, della vita sulla morte».
Padre Teodosio ha anche sottolineato che lungo il cammino verso la risurrezione, ognuno di noi deve esaminare la propria coscienza per liberarsi dai peccati personali e sociali che, come un pesante fardello, opprimono l’Ucraina. «Durante il momento della preghiera, ci siamo fermati tre volte a riflettere sulle cadute di Gesù sotto il peso della croce. Queste cadute, come sottolineano gli autori dei testi di preghiera, sono causate dai peccati umani, che sono un peso e infliggono grande dolore al Signore. Anche oggi la nostra Ucraina cade più volte sotto il peso della sua croce. E la causa delle sue cadute sono, in particolare, i peccati sociali del nostro popolo, che siamo chiamati a sradicare insieme. In particolare, si parla del peccato della corruzione, che getta la nostra patria a terra e la opprime con un grande peso. Oggi, più che mai, per risollevarci e continuare sulla strada verso la risurrezione dell’Ucraina, dobbiamo liberarci da questo giogo della corruzione, interrompere la catena di cattive abitudini ereditate dai tempi sovietici, poiché questo peso, come un cancro, ci distrugge dall’interno».
La parte centrale del pellegrinaggio è stata la Divina Liturgia nel Santuario di Santa Maria delle Grazie presieduta dal Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, in concelebrazione con il Protopresbitero del Distretto pastorale napoletano, Rev. P. Igor Stus, e i sacerdoti presenti, venuti con le loro comunità. Riflettendo sul Vangelo di San Marco sulla guarigione del giovane tramite la preghiera del padre, P. Teodosio ha attirato l’attenzione dei presenti sulla potenza della preghiera dei genitori come manifestazione più efficace della cura e dell’amore per i propri figli, che, tuttavia, spesso sottovalutiamo.
«Nella nostra società, dove molte persone si inchinano davanti alla forza dell’intelletto e della conoscenza umana, all’esperienza professionale e alle abilità, allo sviluppo della scienza e della tecnologia, spesso non viene notata la forza della preghiera. Tuttavia, l’esperienza autentica della vita cristiana, in particolare di coloro che hanno imparato a parlare sinceramente con il Creatore, dimostra a tutti noi quanto potente sia la preghiera nel combattere il male. Quanti benefici possiamo ottenere tramite essa! È utile ricordare la preghiera del padre nell’episodio evangelico odierno: il suo sincero dialogo con Gesù ha aiutato suo figlio a liberarsi dallo spirito impuro che distruggeva la sua vita. Ognuno di noi padre o madre, guardando al proprio figlio, che cade sotto l’influenza di qualcosa di negativo o nei peccati, desidera aiutare e sostenere, ma non sa come farlo. E San Marco sottolinea che il mezzo più efficace e di successo per farlo è proprio la preghiera del padre e della madre per il proprio figlio».
«Parlando del digiuno, il celebrante ha osservato: ”Di solito siamo inclini a interpretare il digiuno come una rinuncia a qualcosa, cioè un digiuno ”da”: da carne, da latticini, da alcol, da dolci, ecc. Ma è anche necessario riflettere sul digiuno ”per”, poiché il periodo di digiuno dovrebbe essere caratterizzato da buone azioni; in questo periodo nella nostra vita quotidiana dovremmo dedicare più tempo ai poveri, ai bisognosi, alla nostra famiglia, al nostro coniuge e ai nostri figli, alla conversazione con Dio e ad altre azioni che dimostrano la nostra vera fede cristiana”.
Alla conclusione della Liturgia, padre Teodosio ha ringraziato p. Ihor Stus e i sacerdoti per l’organizzazione del pellegrinaggio, e anche tutti i fedeli per la preghiera comune per l’intenzione della pace e vittoria dell’Ucraina.
Con parole di gratitudine accolte dai fedeli con applausi e lacrime, si è rivolto anche padre Ignatiy Moskaliuk, OSBM, da Kherson, vicino al fronte. Il sacerdote ha ringraziato gli ucraini in Italia per l’aiuto umanitario fornito a Kherson, ha parlato della situazione reale nella regione e delle difficoltà che i padri basiliani affrontano durante il servizio nella zona di guerra.
Ufficio Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico
Foto: Studio «Amino»