Pellegrinaggio degli ucraini in Italia a San Giovanni Rotondo
18 marzo 2025
Domenica 16 marzo 2025, con la benedizione dell’Amministratore Apostolico, Sua Eccellenza Reverendissima Vescovo Hryhoriy Komar, si è svolto il pellegrinaggio dei fedeli dell’Esarcato Apostolico al Santuario di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.
Un pellegrinaggio di preghiera e speranza
Questo evento di preghiera, che è già diventato una tradizione annuale per gli ucraini delle regioni meridionali d’Italia, ha riunito oltre 500 fedeli dell’Esarcato, nonché pellegrini della Eparchia di San Volodymyr il Grande a Parigi. Insieme ai sacerdoti del Distretto pastorale di Napoli, hanno partecipato alla preghiera anche i fedeli della Cattedrale della Madre di Dio di Zhyrovyci e dei Santi Martiri Sergio e Bacco.
A nome di Sua Eccellenza Vescovo Hryhoriy, il pellegrinaggio è stato guidato dal Protosincello dell’Esarcato Apostolico, Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM.
Preghiera davanti alle reliquie di San Pio e la Via Crucis
All’inizio del pellegrinaggio, i fedeli hanno avuto l’opportunità di pregare privatamente davanti alle reliquie di San Pio da Pietrelcina, conservate nella cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie dal 2013 ed esposte in un sarcofago di vetro per la venerazione pubblica.
Successivamente, hanno partecipato alla Via Crucis, meditando sulle sofferenze di Cristo attraverso il prisma della sofferenza dell’Ucraina, riflettendo sul mistero della Croce e sulla forza della fede nei momenti di prova.
Celebrazione della Divina Liturgia e messaggio di speranza
Il momento centrale del pellegrinaggio è stata la Divina Liturgia, celebrata nel Santuario di Santa Maria delle Grazie e presieduta dal Protosincello dell’Esarcato, Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, in concelebrazione con il Protopresbitero del Distretto pastorale di Napoli, Rev. P. Ihor Stus, e gli altri sacerdoti presenti.
Il canto liturgico è stato animato dagli studenti del Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat a Roma.
L’omelia: «La vita è un pellegrinaggio verso la Casa del Padre»
Nella Seconda Domenica di Quaresima, il Vangelo proclamato era quello della guarigione del paralitico a Cafarnao (Mc 2, 1–12). Nell’omelia, Padre Teodosio ha invitato i fedeli a riflettere su alcuni aspetti essenziali della vita cristiana, in particolare sulla vita come pellegrinaggio verso la Casa del Padre e sul ruolo delle persone che possono aiutarci od ostacolarci in questo cammino.
Il pellegrinaggio della vita verso la Casa Celeste
«Nel Vangelo, l’evangelista Marco ci racconta che Cristo compie il miracolo della guarigione del paralitico mentre si trova in una casa. Questo dettaglio non è casuale: significa che il Signore ci aspetta a casa, e questa casa definitiva è il Suo Regno Celeste.
Nel nostro tempo frenetico, segnato da guerre, malattie e sofferenze, Dio ci ricorda: «Cari figli, ricordate che la vita umana ha un obiettivo principale: arrivare alla Casa del Padre». Tutti noi siamo pellegrini sulla via della vita, diretti verso la dimora eterna preparata per noi dal Signore. E dobbiamo fare di tutto per raggiungerla».
La folla che ostacola l’incontro con Dio
Il predicatore ha poi parlato della folla nel Vangelo, che spesso simboleggia le persone che ci impediscono di avvicinarci a Dio. «Quando Gesù predicava, la casa era così piena che il paralitico non poteva essere portato davanti a Lui. Nella nostra vita, possiamo avere persone intorno a noi che ci allontanano da Dio, con il loro esempio negativo o comportamenti immorali.
Per questo, il Vangelo di Marco ci spinge a porci due domande fondamentali:
- Chi nel mio ambiente mi aiuta e chi mi ostacola nel mio cammino verso Dio?
- E io? Con il mio comportamento, le mie parole, il mio esempio, aiuto o impedisco a qualcuno di incontrare Cristo?»
La forza della comunità: i quattro amici che portano il paralitico a Cristo
Infine, il sacerdote ha sottolineato il ruolo dei quattro amici del paralitico, che nonostante le difficoltà, trovano un modo per portarlo davanti a Gesù, persino aprendo il tetto della casa.
«Spesso, per la guarigione spirituale, non bastano solo gli sforzi personali: abbiamo bisogno del sostegno della comunità, della preghiera della Chiesa. Come quei quattro amici, la comunità cristiana è chiamata a sostenersi a vicenda nella fede. Se la nostra fede è forte, attirerà lo sguardo di Cristo, che con la Sua grazia può cambiare la nostra vita».
Messaggio di saluto e ringraziamenti
Al termine della Liturgia, Padre Teodosio ha espresso gratitudine a Padre Ihor Stus e a Padre Vitaliy Perih, sacerdote locale, per l’organizzazione del pellegrinaggio, nonché a tutti i fedeli per la preghiera comune per la pace e la vittoria dell’Ucraina. Ha inoltre trasmesso un messaggio di saluto da parte dell’Amministratore Apostolico, Sua Eccellenza Reverendissima Vescovo Hryhoriy, incoraggiando i pellegrini a vivere una testimonianza autentica di fede e a partecipare attivamente alla vita dell’Esarcato Apostolico in Italia.
«La nostra vita è un pellegrinaggio nel sostegno reciproco e unità, specialmente in questo tempo difficile di guerra. Ognuno di noi ha una missione speciale e talenti unici per servire Dio e gli altri. Siamo chiamati a sviluppare la comunità dell’Esarcato Apostolico, che è un grande dono di Dio per il nostro popolo in terra italiana».
Il Protosincello ha concluso il pellegrinaggio ringraziando i partecipanti, ricordando che ogni pellegrinaggio è un momento di rinnovamento spirituale, che ci avvicina a Dio e rafforza la nostra fede.
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico