«Siate Madri delle Comunità Ecclesiastiche»: Incontro delle Mogli dei Sacerdoti dell’Esarcato Apostolico ad Assisi
31 maggio 2024
Dal 29 al 30 maggio, nella città di Assisi, città natale di San Francesco, si è tenuto l’incontro delle mogli dei sacerdoti dell’Esarcato Apostolico in Italia, che si è svolto presso la casa di pellegrinaggio dei Francescani, «Domus Pacis». All’incontro hanno partecipato 15 mogli provenienti da diverse città italiane, le quali hanno avuto l’opportunità di conoscersi, condividere esperienze e problematiche riguardanti il servizio nelle comunità.
All’incontro erano presenti: Sua Ecc.za Dionisio Lachovicz, OSBM, Esarca Apostolico, il Protosincello Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, e l’Adetto della Curia per i rapporti con le istituzioni ecclesiastiche, Mons. Andriy Maksymovych, che funge da guida spirituale per le mogli dei sacerdoti. Il programma principale comprendeva conferenze tenute dal Vescovo Dionisio e da mons. Andriy.
Mons. Andriy Maksymovych, prendendo come esempio gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, ha sottolineato l’importanza di coltivare il mondo spirituale nel cuore, attraverso una scuola di vita interiore, preghiere e riflessioni che aiutano a conoscere meglio se stessi e la volontà di Dio.
«Gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola sono suddivisi in quattro tappe della vita spirituale: purificazione, illuminazione, stato emotivo e unione, per conoscere la difficoltà del proprio peccato e la profondità della misericordia di Dio. Questo permette di conoscere sé stessi, aiuta a vedere il disordine della vita, la forza distruttiva del peccato che rompe i legami con Dio, con il prossimo e con se stessi», ha spiegato.
Trinità dell’Amore
Il tema delle riflessioni dell’Esarca Apostolico è stato dedicato alla missione del sacerdozio sposato, in cui il sacerdote e sua moglie devono diventare padre e madre della comunità ecclesiale. «Il matrimonio è un sacramento in cui, per la grazia dello Spirito Santo, l’uomo e la donna si uniscono nell’amore come «un solo corpo’ e creano una «chiesa domestica’. Nel Sacramento del Matrimonio, i coniugi sono insieme nel rapporto con Dio come «un solo corpo’ dando priorità al Signore.
Quando l’uomo diventa diacono, sua moglie, essendo un solo corpo con lui, diventa come una «diaconessa’ della comunità ecclesiale, una donna portatrice di pace, che porta parole di conforto e supporto, rivelando il volto materno dell’amore di Dio. Quando diventa sacerdote, padre della comunità, la moglie diventa la madre della comunità. Per questo, prima devono ricevere il Sacramento del Matrimonio, solo allora l’uomo può ricevere il Sacramento dell’Ordine. Per questo, quando ordino un uomo sposato, chiedo che la moglie si inginocchi e preghi affinché lo Spirito Santo scenda anche su di lei», ha spiegato l’Esarca Apostolico.
In questo contesto, il Vescovo ha concentrato l’attenzione sulla trinità dell’amore come unione delle sue tre dimensioni in un tutto: eros, filia e agape. L’amore intimo, derivato dal greco «Ἔρως», è l’unione tra uomo e donna, che per sua natura esclude terzi. Il contrario di questo amore è «Θάνατος» — morte. Tuttavia, è importante distinguere tra «amore romantico», che è solitamente di breve durata, e «amore maturo» tra uomo e donna.
L’amore amicale, derivato dal greco «φιλία», è l’inclinazione, nata dall’impulso interiore, dal sentimento di vicinanza e comunanza, che si manifesta attraverso il legame tra individui, determinato da una scelta sociale o personale. Da qui il cerchio degli amici. Le prime due dimensioni dell’amore sono naturali per l’essere umano normale.
L’amore «ἀγάπη», è altruistico, nobile, sacrificale, pasquale, comunionale, che va incontro agli altri, in particolare ai bisognosi. Il termine «ἀγάπη» si trova solo nella letteratura cristiana. Non esisteva nella letteratura generale dell’epoca. L’amore «ἀγάπη» insieme alla fede e alla speranza è un dono di Dio, soprannaturale. L’amore «ἀγάπη» viene dall’alto come esempio della Santissima Trinità. Ogni persona della Santissima Trinità è assolutamente perfetta, ma completamente pasquale, donante e ricevente, senza alcun minimo di autoritarismo o ricerca di autorealizzazione. Ogni Persona Divina non agisce da sola, ma sempre attraverso l’altra. Tre Persone, ma «una forza, una natura, una divinità» — un solo trono, un solo calice, una sola verità, un solo cerchio d’amore. Dio è uno nell’amore, per questo «Dio è amore» (1 Gv 4,8), come sentiamo nella preghiera di Gesù al Padre: «Tutto ciò che è mio è tuo; e tutto ciò che è tuo è mio» (Gv 17,10).
Integrazione dei Tre Tipi di Amore nel Matrimonio Cristiano
Tale amore è indissolubile per sua natura e in esso deve essere radicato il matrimonio cristiano. Pertanto, coloro che si sposano sono invitati a raggiungere questa dimensione dell’amore. Nella comunità ecclesiale, questo è già uno stile di vita eucaristico, la capacità di condividere il pane, lavarsi i piedi a vicenda, ascoltarsi reciprocamente, andare incontro ai bisognosi, la capacità di dare la vita per gli altri. La Chiesa vive dell’Eucaristia, per questo è sacramento di salvezza per sua essenza. Questo è già un livello soprannaturale di amore, che viene dall’alto ed è indissolubile», ha sottolineato il Vescovo.
Egli ha anche evidenziato che il matrimonio cristiano include tutti e tre i tipi di amore, ma non è cristiano se non c’è l’amore «ἀγάπη». «Il matrimonio diventa cristiano e indissolubile per sua essenza solo quando si riceve l’Amore divino, e in esso c’è la disponibilità a donarlo agli altri. Proprio nell’amore di Dio risiede l’essenza dell’indissolubilità», ha concluso il Vescovo Dionisio.
Il Cuore degli Incontri: la Divina Liturgia
Nella solennità del Corpus Domini, il cuore degli incontri è stata la Divina Liturgia, presieduta dall’Esarca Apostolico, S. E. Dionisio Lachovicz. Durante la Liturgia si sono elevate preghiere per la pace in Ucraina e nel mondo intero, poiché la città di Assisi è conosciuta come «Città della Pace».
«Come il sacerdote, attraverso l’ordinazione sacerdotale, diventa padre della parrocchia, sua moglie diventa madre della comunità ecclesiale. Il sacerdote è chiamato a testimoniare l’amore paterno di Dio, e sua moglie quello materno. Così, la famiglia del sacerdote è chiamata a essere un modello per le altre famiglie come comunione d’amore ”di anime e corpi’, con l’amore paterno e materno di Dio”. Con queste parole, durante la Divina Liturgia, l’Esarca Apostolico, si è rivolto ai presenti.
«Quando una persona ha bisogno di qualcosa, l’altra non la lascia, non scappa, ma le va incontro. I primi due tipi di amore — «eros’ e ”filia’ — non hanno in sé la forza dell’indissolubilità, poiché per natura sono egoisti. Il matrimonio cristiano li eleva a un nuovo livello e li unisce in una unità — la trinità dell’amore. Il Vangelo non sminuisce il ruolo del corpo, come fanno ad esempio le correnti filosofiche del platonismo, ma la fede cristiana eleva il valore del corpo a un livello superiore di amore nobile”, ha osservato il Vescovo.
Questo si manifesta con un senso ancora più profondo nelle famiglie sacerdotali. «Quando durante l’ordinazione si recita la preghiera: ”La grazia divina, che sempre sana ciò che è infermo e supplisce a ciò che manca, consacra con reverenza il diacono al presbiterato…”, il sacerdote, per grazia dello Spirito Santo, diventa padre, e sua moglie, essendo un solo corpo con lui, diventa madre della comunità ecclesiale, portatrice di pace, che porta parole di conforto, supporto. Per questo, durante l’ordinazione di un sacerdote sposato, chiedo che la moglie si inginocchi e preghi affinché lo Spirito Santo scenda su di lei e la renda una vera madre della comunità».
L’Esarca ha anche ricordato le parole di Papa Benedetto XVI, secondo cui il sacerdote non appartiene più a sé stesso, è una persona per gli altri dal momento dell’ordinazione, che è un «momento di trasferimento di proprietà»; viene preso da questo mondo e dato a Dio. «Anche la famiglia del sacerdote è dedicata a Dio, è una famiglia per gli altri», ha sottolineato l’Esarca Apostolico.
Escursione «Sulle orme di San Francesco»
Il giorno successivo, per le mogli è stata organizzata un’escursione «Sulle orme di San Francesco» guidata dalla signora Svitlana Dorofeyeva. La città di Assisi è nota non solo per la figura di San Francesco, fondatore dell’ordine dei Francescani, ma anche per Santa Chiara. Di recente è nota anche per beato Carlo Acutis, un giovane di 15 anni che è stato proclamato beato dalla Chiesa Cattolica il 10 ottobre 2020.
I partecipanti hanno visitato molti luoghi legati alla vita dei santi e hanno conosciuto le loro storie di vita: la Nuova Chiesa, costruita sul luogo della casa natale di San Francesco, dove il futuro santo ha vissuto i primi 24 anni; la Basilica di Santa Chiara, dove si trova il corpo della santa e dove inizialmente era sepolto San Francesco; la Basilica di San Francesco, dove oggi riposano le sue reliquie; la chiesa di Santa Maria Maggiore (l’ex cattedrale di Assisi), dove oggi, attuale cattedrale di San Rufino, si trovano le reliquie del beato Carlo Acutis in un sarcofago di vetro.
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico