Uniti da un’unica meta: le comunità ucraine dell’Esarcato Apostolico in Italia continuano ad aiutare l’Ucraina

4 giugno 2024

Durante i due anni di guerra in Ucraina, l’Esarcato Apostolico in Italia ha mobilitato tutte le sue forze per diventare una fonte costante di aiuto e sostegno per i militari e i civili che difendono la terra ucraina dagli aggressori.

Uniti da un’unica meta: le comunità ucraine dell’Esarcato Apostolico in Italia continuano ad aiutare l’Ucraina

In collaborazione con numerose istituzioni ecclesiastiche e civili, sono state realizzate molte iniziative, raccolte di fondi e altre attività che hanno permesso di inviare in Ucraina una grande quantità di medicinali, centinaia di camion carichi di generi alimentari e beni di prima necessità, decine di automobili, droni, ambulanze, termovisioni e altri oggetti di grande utilità al giorno d’oggi.

Tuttavia, l’Esarcato Apostolico non ha operato solo a livello istituzionale: anche le singole comunità dell’Esarcato, grazie all’iniziativa dei sacerdoti e dei fedeli, in diverse città italiane si sono auto-organizzate per sostenere il popolo ucraino, coinvolgendo attivamente anche la comunità italiana. Numerose attività, come le celebrazioni parrocchiali e i mercatini, i pranzi di beneficenza e le raccolte fondi, servono come strumenti per organizzare un flusso continuo di aiuti per il popolo ucraino, che continua ancora oggi. Proprio queste iniziative delle comunità ucraine vogliamo presentare in questo articolo.


In questo difficile periodo di guerra in Ucraina, ognuno di noi può contribuire all’organizzazione di aiuti umanitari per i nostri fratelli e sorelle bisognosi. Potete fare la vostra parte a sostegno dell’Ucraina effettuando una donazione alle coordinate bancarie indicate:

IBAN: IT74 P0503410100000000044187
Intestatario: Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini


Iniziamo da Roma, dove la comunità parrocchiale della Cattedrale della Madre di Dio di Zhyrovyci e dei SS. Sergio e Bacco è attivamente coinvolta nel volontariato, collaborando con varie comunità per aiutare l’Ucraina e gli ucraini bisognosi che vivono in Italia. La parrocchia contribuisce all’acquisto di automobili, droni per i militari ucraini e altri oggetti necessari ai difensori dell’Ucraina. Risponde inoltre alle esigenze delle organizzazioni di beneficenza ucraine, fornisce generi alimentari, prodotti per l’igiene e abbigliamento alle persone in difficoltà, sostiene i rifugiati. Inoltre, la parrocchia partecipa attivamente ai mercatini di beneficenza organizzati dai volontari ucraini e spesso sostiene l’associazione «Regala un sorriso-UKR», che aiuta i bambini con disabilità e i bambini in cura in Italia.

Un altro centro di aiuto per l’Ucraina a Roma è la Basilica di Santa Sofia. Fin dal primo giorno dell’invasione su vasta scala degli occupanti russi sul territorio sovrano dell’Ucraina, la basilica ha ricevuto vari tipi di aiuti da numerose organizzazioni, istituzioni ecclesiastiche e statali e persone di buona volontà che desiderano sostenere il nostro paese. Accanto all’intensa preghiera presso la chiesa, continua l’attività di volontariato, a cui partecipano bambini e adulti, clero, laici, studenti ucraini, italiani e un gran numero di persone di altre nazionalità.

«Nelle prime settimane dopo l’inizio della guerra su vasta scala, il flusso di aiuti umanitari era così grande che le scatole riempivano tutti gli spazi della basilica fino al soffitto, nonostante quattro, a volte anche cinque camion di aiuti partissero ogni giorno dal piazzale antistante. La fila di auto che portavano aiuti era così lunga che bloccava il traffico sulle strade adiacenti alla chiesa, e la polizia ha dovuto intervenire per regolare la situazione. Così i volontari hanno stabilito una divisione convenzionale in zone di smistamento: dispositivi medici, cibo, abbigliamento. Poi le scatole venivano trasferite nella zona di stoccaggio in attesa della spedizione. Ognuno trovava un lavoro in questo formicaio umano. Durante questo periodo sono stati consegnati oltre 2.800.000 kg di aiuti e sono stati inviati oltre 140 camion», ricordano i volontari di Santa Sofia.

La comunità della basilica, insieme alla Società Religiosa «Santa Sofia», presta particolare attenzione anche alle esigenze di coloro che sono arrivati nella capitale italiana in fuga dalla guerra. In questo periodo migliaia di ucraini hanno ricevuto qui beni di prima necessità e generi alimentari per un totale di 250 mila euro. Inoltre, insieme alle istituzioni della regione Lazio, sono stati destinati 150 mila euro per finanziare progetti sociali per i rifugiati ucraini.

Non meno importanti sono state le iniziative volte a integrare le persone arrivate nell’ambiente italiano: centocinquanta ucraini, che hanno dovuto lasciare l’Ucraina a causa della guerra, hanno partecipato a un corso intensivo di lingua italiana presso la Basilica di Santa Sofia. Le lezioni si tenevano tre-quattro volte alla settimana e i docenti-linguisti insegnavano l’italiano agli ucraini in modo accessibile, affinché potessero trovare lavoro, comunicare con gli italiani, comprendere la loro mentalità e conoscere la vita politica e le leggi. Tutti i centocinquanta ucraini hanno superato con successo il test di conoscenza della lingua italiana, ottenendo i relativi certificati.

A Roma si trova anche la casa generale dei padri dell’Ordine di San Basilio Magno, che è molto attiva nel sostenere il nostro popolo. Nella loro chiesa di Cristo Re, dall’inizio della guerra, sono stati raccolti 60.421,00 euro. Di questi, 44.863,00 euro sono stati destinati alle vittime della guerra e 15.585,00 euro sono stati trasferiti, tramite vari volontari, per le esigenze delle Forze Armate dell’Ucraina. Questa somma include anche la fornitura di vari tipi di aiuti per le necessità dei militari e dei civili in Ucraina.

Riflettendo sui modi per aiutare l’Ucraina, i pastori e fedeli dell’Esarcato hanno spesso trovato soluzioni creative. Ad esempio, a Bologna, la parrocchia ucraina di San Michele ha organizzato un’iniziativa speciale. Per un certo periodo, i parrocchiani hanno deciso di non comprare il caffè, ma di donare i soldi risparmiati, riuscendo così ad acquistare un’ambulanza. «Abbiamo trovato un’ambulanza che era già utilizzata nel reparto maternità. È diventato ancora più simbolico il fatto che su di essa fosse disegnato una cicogna, simbolo di nascita. Un piccolo gesto, come rinunciare di tanto in tanto a una tazza di caffè, ha contribuito ad alleviare le sofferenze di molti ucraini colpiti dalla guerra, se non addirittura a salvare vite», ha raccontato padre Mykhailo Boiko, parroco della comunità. Ha ricordato che dopo che quest’ambulanza è stata inviata nell’Ucraina orientale, i soldati in prima linea hanno riferito che grazie a quell’ambulanza «con la cicogna» sono state salvate molte vite.

Anche i fedeli della comunità ecclesiale dell’isola d’Ischia (Sud Italia) sono riusciti a procurarsi con successo due ambulanze, equipaggiate con i necessari medicinali e tecnologie per il pronto soccorso. Una di queste ambulanze è già stata inviata direttamente in prima linea. La seconda è stata consegnata per i malati e i feriti. Una terza ambulanza è stata acquistata dalla comunità insieme alla curia dell’eparchia di Buchach (Ucraina).

Come ha raccontato padre Roman Bryndzei, cappellano della comunità, molti ucraini dell’isola d’Ischia hanno fatto sforzi straordinari, donando denaro, e così, in breve tempo, è stata raccolta una somma sufficiente sia attraverso raccolte fondi ecclesiastiche che grazie alle donazioni degli italiani. È stata anche formata una delegazione speciale di volontari dall’isola d’Ischia che si è recata a Rimini per acquistare le due ambulanze. Un supporto finanziario è stato offerto anche da padre Pasquale Trani, della parrocchia italiana locale, e dal Vescovo emerito della Diocesi di Pozzuoli-Ischia, Mons. Gennaro Pascarella, che ha donato 3.000 euro per il loro acquisto.

Spesso i fondi per le necessità dei difensori ucraini vengono raccolti dalle comunità ucraine attraverso lotterie di beneficenza e in occasione delle festività parrocchiali. Di recente, dal 21 al 31 marzo, gli ucraini delle città di Caserta, Villa Literno, Acerra e Cassino hanno partecipato a una lotteria di beneficenza intitolata «Indipendenti! Invincibili! Inarrestabili» per raccogliere fondi destinati all’acquisto di ambulanze per salvare le vite dei nostri soldati che ora difendono la sovranità dell’Ucraina in prima linea.

Il pastore locale, padre Igor Danylchuk, durante l’omelia della Domenica delle Palme, ha lanciato l’iniziativa di una lotteria di beneficenza, invitando gli ucraini a unirsi a questo evento per la vittoria dell’Ucraina. I premi per la lotteria di beneficenza sono stati donati dagli ucraini che vivono e lavorano nella regione. Tra gli sponsor c’erano proprietari di negozi e ristoranti ucraini, specialisti di pedicure e manicure, un dentista, un maestro pasticciere, un proprietario di un’enoteca e un designer di eventi.

Inoltre, il 14 gennaio, nell’ambito del festival delle recite natalizie che si tiene ogni anno nella città di Caserta con la partecipazione delle comunità ucraine del Sud d’Italia, è stato organizzato un pranzo di beneficenza, un mercatino e una lotteria per l’acquisto di due ambulanze. Con gli sforzi congiunti sono stati raccolti 2.145 euro (mercatino e pranzo natalizio 1.415 euro, lotteria natalizia 730 euro). Le donazioni per le Forze Armate dell’Ucraina sono state raccolte anche durante i tornei di calcio tra squadre ucraine. Complessivamente, da Caserta sono stati inviati in Ucraina: 150 tonnellate di aiuti umanitari (medicine, cibo, vestiti, ecc.); mobili (letti, armadi, tavoli, sedie) per un centro dove vivono sfollati; generatori, termocamere, Starlink, 18 veicoli (9 ambulanze, 8 fuoristrada, 1 minibus.

Gli ucraini della città di Acerra, sotto la guida di Mykhailo Dobush, hanno consegnato sedie a rotelle. Così, il 26 gennaio, due ambulanze cariche di articoli necessari sono state inviate in Ucraina. Il 6 febbraio, i veicoli sono stati benedetti dall’Arcivescovo e Metropolita dell’Arcieparchia di Ternopil-Zboriv della Chiesa greco-cattolica ucraina, S. E. Vasyl Semeniuk, e dal Vescovo ausiliare, S. E. Volodymyr Firman.

Anche molte comunità del Nord Italia sono attive nel sostenere l’Ucraina. Fin dall’inizio della guerra fino ad oggi, gli ucraini delle città di Pavia e Voghera continuano a fornire aiuti umanitari all’Ucraina, come materiali medici necessari, alimenti a lunga conservazione, prodotti per l’igiene personale, vestiti, coperte e altri beni di prima necessità. Nell’ambito degli aiuti umanitari, gli ucraini di queste comunità ecclesiali, guidati dal loro leader spirituale, padre Oleksandr Tovt, hanno inviato in Ucraina una notevole quantità di risorse materiali e attrezzature tecniche.

In particolare, sono stati inviati due grandi camion e tre furgoni per la consegna di aiuti umanitari, un’ambulanza, due fuoristrada per le necessità delle forze armate ucraine e tre potenti generatori per garantire l’energia elettrica. Sono stati acquistati termocamere, radio, droni e altre attrezzature tecniche per le esigenze militari e mediche. Particolarmente degna di nota è l’iniziativa parrocchiale «Il Bene Scalderà l’Ucraina», durante la quale sono stati raccolti nuovi articoli, soprattutto per bambini, per sostenere i bambini delle strutture di riabilitazione in Ucraina. Queste iniziative dimostrano l’empatia degli ucraini e il sostegno attivo e la solidarietà della comunità italiana verso i nostri concittadini. Padre Oleksandr sottolinea che «oltre alla cassetta per le donazioni in chiesa, ogni evento parrocchiale è un’opportunità per aumentare il fondo ”Aiuto per l’Ucraina’: il caffè e i dolci dopo la Liturgia domenicale, la cena della vigilia di Natale, il mercatino, ecc.”

Dalle città di Ferrara e Rovigo i fedeli delle comunità ucraine locali hanno inviato quattro ambulanze, due pick-up e un’auto per il trasporto di merci e persone. Inoltre, sono stati donati 15 barelle, 200 telefoni fissi e altre attrezzature tecniche, come droni e generatori.

La comunità ucraina di San Giosafat a Milano lavora instancabilmente sul fronte umanitario. Una delle iniziative di maggior successo di questa numerosa comunità è stata l’iniziativa «Caffè per le Forze Armate Ucraina», iniziata il 26 agosto 2022 e ancora in corso, che ha ricevuto successivamente il sostegno di altre comunità ucraine in Italia. «È noto che gli italiani bevono molto caffè. Questa bevanda è l’inizio tradizionale della giornata per gli abitanti della penisola appenninica. Anche gli ucraini residenti in Italia amano questa bevanda, e con l’introduzione di questa iniziativa nel cortile della chiesa dei Santi Giacomo e Giovanni a Milano, che è il centro della comunità ucraina di San Giosafat, chiunque desiderava poteva gustarla, aiutando così l’esercito ucraino», sottolinea il cappellano della comunità, padre Ihor Krupa.

Grazie a questa iniziativa e ad altre azioni benefiche della comunità, sono stati raccolti 43.805 euro. Questi fondi sono stati utilizzati per le esigenze umanitarie e mediche delle Forze Armate Ucraine; in particolare sono stati acquistati e inviati in Ucraina: 112 sacchi a pelo invernali, materassini e razioni asciutte, 6 generatori, 21 tablet e 47 power bank, 8 Starlink, 550 turniquet CAT 7, 6 zaini medici tattici, set di biancheria termica e kit per l’igiene per 200 difensori, 4356 confezioni di salviettine umidificate e 1650 paia di calze. Inoltre, la comunità ha donato 8 ambulanze, 1 veicolo per il trasporto dei disabili e 1 quad.

Per trovare risorse a sostegno dell’Ucraina, i pastori e i fedeli ucraini ricorrono anche ai moderni strumenti di raccolta fondi. Ad esempio, i fedeli dell’Esarcato Apostolico a Forlì, Faenza, Cesena e Imola hanno realizzato un progetto di raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding italiana Idea Ginger per l’iniziativa SalvaCar. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione ucraina di San Giuda Taddeo, che opera in queste città per aiutare l’Ucraina. SalvaCar era una campagna per raccogliere fondi per l’acquisto di un’ambulanza per l’ospedale militare di Zhytomyr in Ucraina per il trasporto dei feriti dalle zone del fronte o dai treni di evacuazione alla clinica per le cure necessarie.

«Questa iniziativa era molto importante perché mirava a salvare vite umane colpite dalla guerra. All’ospedale di Zhytomyr serviva urgentemente un’ambulanza. Per questo motivo avevamo pochi giorni per raccogliere i fondi. Siamo molto felici di essere riusciti a realizzare questo progetto insieme», afferma il pastore delle comunità, padre Vasyl Romaniuk, Direttore dell’Ufficio sviluppo progetti dell’Esarcato Apostolico. Secondo le regole della piattaforma, chiunque poteva fare una donazione volontaria da 5 a 500 euro, scegliendo l’importo e trasferendo i fondi tramite Carta di credito, PayPal o Bonifico bancario.


Non di rado, per la realizzazione di simili progetti, gli ucraini hanno coinvolto associazioni italiane, sindacati e altre istituzioni che hanno fornito un sostegno significativo. Ad esempio, grazie al Rotary Club di Padova, insieme alla comunità ucraina della città, è stato possibile acquistare già cinque ambulanze, completamente finanziate dal Rotary Club. Questi veicoli di soccorso sono stati consegnati agli ospedali militari, così come 18 fuoristrada.

Nel corso degli ultimi due anni di guerra in Ucraina, gli sforzi dell’Esarcato Apostolico in Italia e delle sue comunità religiose sono stati impressionanti. Le loro iniziative e azioni sono diventate una fonte importante di supporto per i militari e i civili in prima linea. L’Esarcato ha collaborato attivamente con diverse organizzazioni religiose e laiche, organizzando raccolte fondi e altre iniziative per fornire l’assistenza necessaria all’Ucraina. Tali iniziative sono diventate un esempio eccellente di unità e sostegno, dimostrando solidarietà con il popolo ucraino nei tempi di difficili prove.

Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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