«Venite e vedrete!»: Il Vescovo Dionisio Lachovicz ha conferito l’ordinazione diaconale a cinque monaci dell’Ordine di San Basilio Magno

10 marzo 2025

Domenica 9 marzo 2025, nella chiesa della Natività della Beata Vergine Maria a Briukhovychi in Ucraina, Sua Eccellenza Rev.ma Dionisio Lachovicz, OSBM, Esarca emerito dell’Esarcato Apostolico ha conferito l’ordinazione diaconale a cinque monaci dell’Ordine di San Basilio Magno.

«Venite e vedrete!»: Il Vescovo Dionisio Lachovicz ha conferito l’ordinazione diaconale a cinque monaci dell’Ordine di San Basilio Magno

Hanno ricevuto l’ordinazione diaconale:

L’omelia del Vescovo Dionisio: «Venite e vedrete!»

Nella sua omelia per la Prima Domenica di Quaresima, il Vescovo Dionisio ha approfondito il tema della vocazione, sottolineando il ruolo fondamentale della fede, del coraggio e della disponibilità a seguire Cristo.

«Nel Vangelo della Prima Domenica di Quaresima si narra della chiamata degli apostoli: Filippo, Natanaele, Andrea e Pietro. L’evangelista Giovanni racconta che Giovanni Battista, vedendo Gesù, esclama: ”Ecco l’Agnello di Dio!”. Udite queste parole, i suoi discepoli lasciano Giovanni e seguono Gesù. Uno di loro, Andrea, conduce da Gesù suo fratello Pietro e il Signore gli dice: ”Ti chiamerai Cefa”, che tradotto significa Pietro — Roccia».

«Similmente, Filippo incontra Gesù e riceve il suo invito: ”Seguimi!”. A sua volta, Filippo trova Natanaele e gli annuncia: ”Abbiamo trovato il Messia — Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth”. Ma Natanaele, dubbioso, risponde: ”Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?”. Filippo gli risponde con parole che risuonano come un potente invito alla fede: ”Venite e vedrete!”.

Il Vescovo ha poi evidenziato la reazione di Natanaele all’annuncio di Filippo. Provenendo da Cana di Galilea, un villaggio vicino a Nazareth (distante circa 15 km), Natanaele esprimeva un naturale scetticismo, tipico della rivalità tra paesi vicini. Inoltre, essendo un esperto della Sacra Scrittura, sapeva che nell’Antico Testamento non vi era alcun riferimento a Nazareth. Tuttavia, quando incontra Gesù, Natanaele cambia idea e proclama con fede: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d’Israele!».


La vocazione come atto di fiducia

Il Vescovo ha sottolineato che, come Natanaele, ogni cristiano attraversa momenti di dubbio, ma l’incontro con Cristo cambia tutto.

«Posso testimoniare che questo passo del Vangelo ha lasciato un segno profondo nella mia vita, specialmente le parole: ”Venite e vedrete!”. Spesso vogliamo prevedere ogni dettaglio della nostra esistenza: dove vivremo, con chi lavoreremo, se avremo sicurezza economica, quali saranno le nostre opportunità… Ma la vita di un apostolo è un vero atto di fede. Posso confermarlo: quando mi è stata affidata una missione, non ho mai risposto ”No!”, né mi sono preoccupato di dove avrei vissuto o di quanto avrei guadagnato: semplicemente sono andato!».

«La vita nella fede è imprevedibile! A volte si dorme in hotel a cinque stelle, altre volte sul pavimento. In un luogo si è accolti con onore, in un altro si è trattati con diffidenza. Talvolta si viene sostenuti, altre volte calunniati e dimenticati. Ma ci si rialza e si prosegue… Chi segue il Signore deve essere pronto a tutto: ”Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8,20).

«Oggi manca chi testimoni con entusiasmo la fede, chi sia disposto a sacrificarsi, persino fino alla morte. Ma il Signore si prende cura dei suoi discepoli. Può donare loro cento volte tanto anche in questa vita. Oppure può non dar loro nulla, e anche per questo il discepolo deve essere riconoscente! Io stesso ho ricevuto molto più di quanto potessi immaginare», ha sottolineato il Vescovo.


L’ordinazione diaconale: servizio al Popolo di Dio

«Durante questa Divina Liturgia, dopo l’anafora, imporrò le mani sul capo di questi cinque fratelli basiliani. Su di loro scenderà la ”Grazia Divina che sempre guarisce gli infermi e supplisce a ciò che manca” e saranno ordinati diaconi per servire e lavorare per i Sacramenti incorruttibili del Regno di Dio».

«La Grazia di Dio viene data alla persona perché possa continuare la Sua opera nel servizio, nel ministero diaconale, come primo grado del sacerdozio, seguendo l’esempio di Santo Stefano, il primo martire, e dello stesso Cristo, che è venuto ”non per essere servito, ma per servire” (Lc 22,27), che ha lavato i piedi ai suoi discepoli e ha detto: ”Vi ho dato l’esempio, affinché anche voi facciate come ho fatto io… Se comprendete queste cose, beati voi se le metterete in pratica” (Gv 13, 1–17)».

«Ogni cristiano è chiamato a servire, ma il diacono riceve lo Spirito Santo per un ministero speciale nella Chiesa: un servizio di fede, amore, forza e santità. Il diacono è chiamato a essere un uomo per gli altri, non per sé stesso!».

Il Vescovo ha esortato i nuovi diaconi a rimanere fedeli al loro ministero, a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo e a testimoniare l’amore di Dio attraverso il loro servizio alla Chiesa.

Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico