Icona della Madonna di Zhyrovyci

Ad oggi rimane un mistero

Ad oggi rimane un mistero su chi e quando dipinse, e chi e perché ricoperì di intonaco la copia ingrandita dell’icona di Žyrovici della Santissima Madre di Dio sul muro della Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco a Roma, che fu la sede dei procuratori (rappresentanti ufficiali) dei Metropoliti di Kyiv presso la Santa Sede. Si presume che questa icona poteva essere stata dipinta da uno dei monaci basiliani della provincia lituana che visitò Žyrovici e non voleva lasciare quel luogo, ma venne a Roma per volontà degli abati.

Nell’agosto 1718…

Nell’agosto 1718, l’allora procuratore sacerdote Venedyct Trulevych disse al muratore Simone Ciotti di iniziare i lavori di restauro della chiesa dei Santi martiri Sergio e Bacco di Roma. Quando il mastro iniziò a lavorare nel vano che oggi funge da sagrestia, rimuovendo l’intonaco, vide un occhio dipinto sul muro, e subito dopo ne vide anche il secondo. Stupito, andò a informare Padre Venedykt ma quest’ultimo gli ordinò di far imbiancare l’immagine e continuare il suo lavoro. Alla fine della giornata lavorativa, Simone tornò a casa. Tornato in chiesa il giorno dopo, l’uomo vide che la calce con cui aveva imbiancato l’immagine fu caduta, e gli apparve l’intera immagine della Madre di Dio con Bambino Gesù in braccio. Il mastro corse immediatamente dal procuratore. Quando arrivò il padre Venedykt, vide che l’immagine sul muro rappresentava l’esatta copia ingrandita dell’icona miracolosa della Madre di Dio di Žyrovici (le sue dimensioni sono 1×1,5 m).

Nonostante l’icona fosse ricoperta di calce…

Nonostante l’icona fosse ricoperta di calce e collocata in un luogo umido (probabilmente per circa 80 anni), essa non perse la sua bellezza. Tuttavia, l’immagine fu danneggiata con uno strumento affilato utilizzato dal muratore durante i lavori, nonché da un chiodo messo nel muro per appendere una lampada. Pertanto, il padre-procuratore decise di restaurarla, affidandola all’esperto, pittore Lorenzo Gramiccia (1702 / 1704–1795), allievo del famoso Bonaventura Lamberti (1651–1721)[1], ma quest’ultimo rifiutò. Dopo un po’, l’artista sentì un forte dolore alla gamba. Costretto al letto, alla fine accettò di restaurare l’icona, «liberandosi così della sfortunata malattia».

Un anno dopo, all’inizio di agosto 1719…

Un anno dopo, all’inizio di agosto 1719, dopo la preghiera davanti all’icona iniziarono le guarigioni miracolose. È ben noto il caso dei tredici uomini provenienti da un villaggio fuori Roma che arrivarono in chiesa, si inginocchiarono davanti all’icona miracolosa e poi si unsero con l’olio della lampada. Alla domanda su chi gli avesse chiesto di farlo, essi risposero: «Mentre stavamo lavorando nel campo di Affogalasino (5–6 miglia da Roma)[2], una bella e imponente Signora ci ha detto: ”Se volete guarire, andate nella chiesa di San Sergio e Bacco vicino a Madonna dei Monti e ungetevi con l’olio della lampada accesa davanti all’icona recentemente scoperta in quel luogo.” Dopo essersi unti, gli uomini se ne andarono, confortati, e nessuno li vide più. Pochi giorni dopo vennero quindici donne vestite di bianco che se ne andarono dopo aver pregato davanti all’icona.

Il 15 agosto 1719

Il 15 agosto 1719, nella Chiesa dei Santi Sergio e Bacco venne un gran numero di fedeli. La chiesa rimase persino aperta per tutta la settimana perché il numero dei pellegrini era in continuo aumento. Gli amministratori della città ordinarono di erigere un muro di mattoni davanti all’icona per fermare il flusso di persone. Ciò accadde il 1 settembre 1719, ma anche dopo l’erezione del muro e la chiusura delle porte della chiesa, molti pellegrini si radunarono nella piazza di fronte alla chiesa.

Papa Clemente XI

Papa Clemente XI (23 novembre 1700–19 marzo 1721) permise di demolire il muro e ordinò di ritagliare l’icona e trasferirla nella chiesa per la venerazione di tutti. Il fatto avvenne nella notte del 7 settembre 1719. L’icona fu spostata e collocata sul muro dietro l’altare principale, dove è rimasta fino ad oggi.

Qui si trovava l’icona della Beata Vergine Maria al pascolo

Sul muro della sagrestia dove un tempo si trovava l’icona, fu collocata una lapide commemorativa in marmo con la scritta: «Qui si trovava l’icona della Beata Vergine Maria al pascolo, la copia di quella venerata a Žyrovici, famosa per i suoi miracoli nel 1718. L’icona fu scoperta per caso sotto l’intonaco di un muro. L’anno seguente, lo stesso mese, il popolo cominciò ad affluire diventando così numeroso che, per il volere del papa Clemente XI, il 7 settembre 1719 l’icona fu staccata dal muro e trasferita nella chiesa».

Il culto dell’icona miracolosa di Žyrovici della Madre di Dio

Pertanto, il culto dell’icona miracolosa di Žyrovici della Madre di Dio si diffuse tra gli abitanti del quartiere romano di Monti. Dal 25 agosto 1719 al 10 febbraio 1804, furono registrati 151 guarigioni e intercessioni. Di questi, 128 casi appartengono al primo periodo: dal 25 agosto al 7 settembre 1719. Tra i guariti v’erano anche i fedeli delle parrocchie remote che arrivavano persino da Parma, Bologna e Gubbio.

Libro delle grazie ricevute e attribuite alla Beata Vergine Maria

Nel 1735, il monaco basiliano Ignazio Kulchynsky (1707–1747) fece un inventario della chiesa presentando i suoi risultati alla Congregazione de Propaganda Fide; tra gli oggetti inventariati della chiesa v’era il «Libro delle grazie ricevute e attribuite alla Beata Vergine Maria».

Un po’ prima, nel 1732

Un po’ prima, nel 1732, lo stesso ieromonaco scrisse un’opera dedicata all’icona della Santissima Madre di Dio Žyrovici che si trova nella Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco a Roma intitolata «Il Diaspro Prodigioso Di tre Colori ovvero Narrazione istorica Delle tre Imagini Miracolose della Beata Vergine Maria: La prima, di Zyrovvice in Lituania, la Seconda, del Pascolo in Roma, e la Terza Copia della Seconda parimente in Zyrovvice detta da quei Popoli Romana»[3]. La copia dell’icona romana, donata a Žyrovici, probabilmente scomparve durante la Prima guerra mondiale. L’autore descrive la storia dell’immagine originale di Žyrovici e gli eventi del ritrovamento e del trasferimento, nella chiesa dei Santi martiri Sergio e Bacco, della copia dell’icona di Santissima Madre di Dio di Zhyroviychi staccata dal muro. In particolare, nella sua opera Ignazio Kulchynsky scrive che dopo il trasferimento dell’icona nella chiesa, il 7 settembre 1719, essa fu spostata ancora una volta, in questo secondo momento, durante i lavori nella chiesa: il 13 settembre 1730 l’immagine fu rimossa dal muro e trasferita nella cappella laterale della chiesa, e fu ricollocata al suo posto dopo il completamento dei lavori sabato 29 ottobre 1730, con la partecipazione dell’allora arcivescovo di Polotsk e, successivamente, metropolita di Kyiv, Florian Hrebnytsky (16 dicembre 1748–18 luglio 1762).

Nel 1801 la chiesa fu visitata da Papa Pio VII

Va ricordato che nel 1801 la chiesa fu visitata da Papa Pio VII (1800–1823), lo stesso che nel 1807 restaurò la Metropolia galiziana. Solennemente, con tutta la corte papale, il Papa entrò in chiesa e pregò davanti all’icona miracolosa ringraziandola per la liberazione dalla prigionia napoleonica.

Nel 1819 per l’icona di Žyrovici fu realizzata una veste di metallo dorato


Nell’inventario della Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco realizzato dallo ieromonaco Jordan Mickiewicz il 30 giugno 1820, vi è un’annotazione di come nel 1819 per l’icona di Žyrovici fu realizzata una veste di metallo dorato con le corone in argento dorato decorate con pietre preziose artificiali.

Decreto del Papa Leone XII

Nel 1827, con il suo decreto Papa Leone XII (1823–1829) dedicò la Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco all’icona della Madre di Dio «Al Pascolo». La definizione «Al pascolo» ricorda il luogo in cui i pastori trovarono l’originale di questa sacra immagine. Ricordiamo, che l’evento accadde nel villaggio di Žyrovici nel XV secolo. La Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco ancor oggi è popolarmente chiamata Chiesa della Madonna al Pascolo.

Esarcato Apostolico per gli ucraini di rito bizantino

L’11 luglio 2019, con la bolla «Christo Salvatori», il Santo Padre Francesco ha istituito l’Esarcato apostolico per gli ucraini di rito bizantino residenti in Italia. È interessante notare che la cattedrale dell’Esarcato appena istituito è la Chiesa parrocchiale dei Santi martiri Sergio e Bacco e dell’icona della Santissima Madre di Dio di Žyrovici a Roma.

Il 21 ottobre 2018

Il 21 ottobre 2018, il Patriarca Sua Beatitudine Sviatoslav durante la sua visita alla parrocchia ucraina dei Santi martiri Sergio e Bacco, in occasione della festa della Chiesa e della celebrazione del 300 ° anniversario della scoperta a Roma della copia dell’icona della Santissima Madre di Dio di Žyrovici, ha dichiarato l’icona la principale immagine sacra degli ucraini in Italia.